Coronavirus, l’appello di un’infermiera: “Abbiate rispetto”.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo una nota della collega Gessica.

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Mentre il mondo si ferma, quello sanitario deve invece raddoppiare la velocità. Ancora prima che venisse dichiarata la pandemia e il Governo attuasse restrizioni per i cittadini, a infermieri, medici e personale sanitario sono state declinate ferie, recuperi, riposi. Tutto annullato fino a giugno, che in confronto al 3 aprile è ancora più impegnativo! 

Ma Noi siamo rimasti, insieme, in ospedale, senza replica. E siamo qui, in prima linea, dal lunedì alla domenica, di giorno e di notte. E’ la nostra “guerra”, e quello che vogliamo è vincerla per noi, i nostri cari e per tutti Voi. 

A chi in questo periodo si sentisse tanto furbo da pensare di violare le regole, a cui viene semplicemente chiesto di stare a casa, ai tanti giovani (e meno giovani) vorrei chiedere solo una cosa: se domani tutti i medici, infermieri e operatori sanitari ci svegliassimo e decidessimo di non andare a lavorare, di prenderci il riposo che ci spetta, perché abbiamo bisogno di stare a casa, di staccare, voi cosa pensereste? Sicuramente che vi stiamo abbandonato in un momento così particolare. 

Ecco, la stessa cosa la pensiamo noi quando vediamo che la gente non accetta queste restrizioni, sicuramente non semplici, ma davvero importanti. Lo pensiamo ogni qualvolta vediamo immagini di centinaia di persone in fila ai supermercati, oppure quando osserviamo gente ai giardinetti come se nulla fosse. Credetemi, senza il vostro impegno e aiuto, tutti i nostri sforzi sono vanificati! 

Vi prego, abbiate almeno rispetto di chi al vostro contrario non festeggia, non esce, ma deve lavorare il doppio per garantire anche a voi, tra un mese, si spera, di uscire dalla zona rossa. Abbiate rispetto di quei padri e di quelle madri, fratelli e sorelle che lavoreranno a contatto con il COVID-19 (con la paura celata dietro una mascherina), ma che sino a fine emergenza non baceranno e abbracceranno i propri cari. Abbiate rispetto per i lavoratori fuori sede, per i quali quegli affetti sono lontani, e per i quali rientrare a casa dopo un turno stressante e non trovare nessuno diventa ancora più triste. 

Abbiate rispetto per chi, non solo a causa del coronavirus, sta lottando tra la vita e la morte. Abbiate rispetto, solo quello. Il resto lo faremo noi che operiamo nel settore, prendendoci per mano sino a quando non ne saremo usciti, TUTTI INSIEME. Forza, Italia.

Gessica – Infermiera di Medicina d’urgenza

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