I dati sono aggiornati al 18 marzo. Sotto lo 0,5% le altre mutazioni monitorate.
In Italia, al 18 marzo scorso, la prevalenza della cosiddetta variante inglese del coronavirus dell’86,7%, con valori oscillanti tra le singole regioni tra il 63,3% e il 100%. Per la variante brasiliana la prevalenza era del 4% (0%-32,0%), mentre le altre monitorate erano sotto lo 0,5%. La stima proviene dalla nuova indagine rapida condotta dall’Iss e dal ministero della Salute, insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler, che fa seguito a quelle diffuse nelle scorse settimane, da cui era emersa una maggior trasmissibilità per la variante inglese (37%).
Per l’indagine è stato chiesto ai laboratori delle Regioni e Province autonome di selezionare sottocampioni di casi positivi e di sequenziare il genoma del virus, secondo le modalità descritte nella circolare del ministero della Salute dello scorso 17 marzo. Il campione richiesto è stato scelto dalle Regioni/PPAA in maniera casuale fra i campioni positivi, garantendo una certa rappresentatività geografica e, se possibile, per fasce di età diverse. In totale hanno partecipato all’indagine le 21 Regioni/PPAA e 126 laboratori.
Queste le principali riflessioni emerse dalla survey
:Redazione Nurse Times
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