Coronavirus: basta demagogia sugli infermieri. Gli “eroi” vogliono rispetto, contratto adeguato ed assunzioni vere

Adeguiamo almeno gli stipendi alla media europea o l'Europa c'è solo quando fa comodo per tagliare sulla sanità?

Basta, basta, basta…non se ne può proprio più!!

Gli eroi nascosti quelli che per interdirci fino ad oggi hanno retto la sanità con infiniti sacrifici, con grande dedizione e con infinita professionalità, quelli di cui fino ad oggi nessuno parlava se non per denigrare, comparare a qualsiasi altro operatore nei casi di malasanità, quelli di cui ci si ricorda in qualche trafiletto quando e sempre più spesso vengono aggrediti, quelli costretti a fare in silenzio il lavoro anche di altre figure che le aziende non hanno colpevolmente mai reso disponibili, quelli che nonostante tutto questo lavorano fino allo stremo per due spicci di salario. Si proprio quelli, gli infermieri, non ne possono davvero più.

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Gli infermieri ignorati, vilipesi sacrificati sull’altare di una sanità volta al profitto e non più ormai ai cittadini.

Sono proprio loro che anche tramite le loro rappresentanze istituzionali FNOPI ed anche sindacali da anni stanno dicendo che mancano gli infermieri nel servizio sanitario pubblico, sono anni che restano inascoltati e derisi dicendo che così non si può andare avanti.

Poi finalmente un nuovo governo un nuovo ministro che si mostra, anche se in parte, sensibile al tema del servizio pubblico, qualcosa si sblocca, qualche concorso viene bandito ed espletato, finalmente ci sono graduatorie di idonei, ma naturalmente le assunzioni quelle vere restano ancora al palo.

Anzi si assumono senza motivo infermieri tramite cooperative e ditte varie, infermieri quindi doppiamente sfruttati e buoni finché fanno comodo, pronti ad un ben servito. Se tutto questo può essere accettabile giudicate voi… a me sembra una ennesima presa per i fondelli, una inaccettabile demagogia sulle spalle di professionisti di alto livello che permettono ad ogni cittadino di poter contare ancora su una salute pubblica minimamente efficiente.

Poi arriva l’emergenza coronavirus.

L’Italia viene presa da una sorta di isteria collettiva, governo, regioni, comuni, aziende sanitarie sembrano palline impazzite in un flipper. Dopo anni di svendita e di disinvestimento, con organici che hanno abbondantemente raschiato anche il periostio, tutti si accorgono che l’unica ancora di salvezza è il servizio sanitario nazionale. Quello pubblico per capirci; tutti si accorgono della questione infermieristica volutamente e colpevolmente ignorata per anni ed anni.

Gli infermieri, già questa strana entità, di cui nessuno si occupa o preoccupa finché un diavolo di virus te li sbatte in faccia con tutti i loro problemi…che poi sono i problemi di un intero sistema salute!

Ed allora ecco i titoloni, le dichiarazioni, gli elogi: “eroi” ci hanno definito, e noi sempre abbiamo risposto “di svolgere il nostro lavoro”.

“Rispetto e riconoscenza” hanno urlato, ma noi sappiamo e sapevamo che non ne avremmo avuto, anzi i fatti di queste ore dimostrano l’esatto contrario.

E’ notizia d’attualità infatti che per coprire la carenza di infermieri dicono “dovuta all’epidemia”, tutte le aziende sanitarie assumono infermieri!

Ma chi volete prendere in giro!

L’epidemia ha solo evidenziato una drammatica e insostenibile realtà che non è certo di oggi, ma che affonda radici negli ultimi 20 anni di tagli, di blocchi del turn over, di mancate assunzioni e di smantellamento lento e sistematico del nostro sistema salute.

Indovinate un pò che si inventano i nostri signori governanti e amministratori regionali?

Come novelli illusionisti tirano fuori il coniglio dal cilindro: RICHIAMIAMO IL PERSONALE IN PENSIONE oppure ANTICIPIAMO LE SESSIONI DI LAUREA!

Dire che tutto questo è semplicemente RIDICOLA DEMAGOGIA mi pare che sia anche un complimento.

Ammesso e non concesso che chi è in pensione sia disposto a rientrare, ci si dimentica che guarda caso sono proprio gli anziani ed i pazienti con patologie cronico-degenerative i più a rischio complicanze, anche mortali, di questa epidemia e quindi certamente i meno adatti ad essere esposti.

Anticipare le sessioni di laurea per avere 150 forse nuovi professionisti un mesetto prima delle normali sessioni: ma poi questi professionisti come verranno assunti? Come verranno pagati? E quanto verranno pagati?

Ma sopratutto saranno buoni per un mesetto, due, forse anche tre e poi…giù nel minestrone ribollente della disoccupazione, della sottoccupazione e dello sfruttamento selvaggio ed incontrollato del girone dantesco delle partite iva.

Ed infine tutti quei giovani colleghi che hanno partecipato ai concorsi, che hanno vinto o sono in graduatoria idonei, che fine faranno?

TUTTO QUESTO E’ ASSOLUTAMENTE INACCETTABILE ED INDECENTE INDEGNO DI UNO STATO DEMOCRATICO!

Dopo l’emergenza sanitaria torneremo a fare i conti con le carenze mostruose e pericolosissime di organici, torneremo alla svendita sistematica dell servizio pubblico… o questa emergenza ci avrà fatto aprire gli occhi sulla importanza di un servizio pubblico efficiente ed efficace?

Certo qualcuno dirà: “ma servono infermieri nell’immediato per fare fronte all’emergenza”, vero, ma altrettanto vero che nelle graduatorie ce ne sono migliaia in attesa di chiamata!

Ed allora perchè non facciamo scorrere quelle graduatorie e non li assumiamo stabilmente questi infermieri?

Perché depauperare una risorsa aspettando che le graduatorie scadano e così le migliaia che hanno investito risorse, viaggi della speranza, competenze, saranno nuovamente gabbati ed il sistema sanitario resterà con le sue gravissime carenze di organico!

Proponiamo che siano chiamati ed assunti dalle varie regioni tutti gli infermieri in graduatoria nei vari concorsi e su base volontaria mandati in “missione di servizio” dove sono più necessari per il tempo necessario.

Naturalmente con una congrua ed equa indennità di missione.

Ecco la banale ed organica soluzione del problema. Soluzione che permetterà di fare fronte all’emergenza contingente, ma che permetterà anche nel prossimo futuro, quando l’emergenza cesserà, di avere staffing adeguati a coprire le mostruose carenze organiche delle varie aziende… e non solo!

Permetterà anche di implementare quell’assistenza sui territori di cui tanto si parla.

Citiamo infatti del patto per la salute dell’infermieristica di famiglia, degli ospedali di continuità… tutte cose sulla carta, ma come farle diventare realtà senza infermieri?

Infine se siamo eroi come ci state dicendo un pochino tutti, passiamo dalle parole ai fatti!

Rendiamoci conto dell’infungibilità degli infermieri. Rendiamoci conto che abbiamo stipendi ridicoli rispetto alle competenze ed alle responsabilità

Adeguiamo almeno gli stipendi alla media europea o l’Europa c’è solo quando fa comodo per tagliare sulla sanità?

Mettiamo da un punto di vista contrattuale gli infermieri e le professioni sanitarie dove loro compete, cioè fuori dal comparto o se proprio non ci si riesce, almeno in una contrattazione separata.

Vi state preoccupando su come far ripartire l’economia arrestata dal virus: bene assumiamo infermieri che servono come il pane, diamo loro una carriera certa con le competenze avanzate e specialistiche rendendo fruibili anni ed anni di studi e di lavoro. Assumiamo il personale di supporto così che gli infermieri facciano gli infermieri! E non di tutto un pò!

Mi permetto di ricordare che l’economia gira se girano i soldi se le persone hanno uno stipendio decente ed una sicurezza sociale adeguata.

Certo questo comporta spese ed anche relativamente ingenti, ma non vediamola come una spesa fine a se stessa; vediamola come un investimento sul futuro, una sanità pubblica efficiente ed efficace che non lasci indietro nessuno come ci chiede la nostra legge e la nostra stessa Costituzione.

E’ un investimento di civiltà; un investimento che a medio termine inizierà a portare ingenti risparmi.

Inoltre avere buona e stabile occupazione permetterà di rilanciare l’economia stessa del paese, cittadini con salari bassi o disoccupati o sottoccupati o precari non hanno ne soldi ne certezze per il futuro che permettano di investirli.

Angelo De Angelis

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Angelo De Angelis

Diploma di INFERMIERE PROFESSIONALE presso Centro idattico Polivalente Pio Istituto ed Osperali Riuniti ROMA nel 1980 Dal luglio 1980 INFERMIERE presso ospedale S.Giovanni Roma strumentista in C.O. chirurgia generale, infermiere in pronto soccorso chirurgico,medico e successivamente cardiologio Dal 1990 infermiere in ambulanza B.L.S A.L.S CENTRALE OPERATIVA DAL 2008 INFERMIERE presso CENTRO DI ASSISTENZA DOMICILARE ASL RM1 accoglienza e supporto agli utenti e famigliari coordinamento e consulenza agli infermieri nel territorio Nel 2013 LAUREA MAGISTRALE IN SCIENZE INFERMIERISTICHE ED OSTERICHE presso università SAPIENZA DI ROMA

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