Comiso (Ragusa), ai domiciliari l’uomo che ha rotto il naso a un infermiere

Tanti attestati di solidarietà per il professionista aggredito. Ora bisogna fare qualcosa di concreto per garantire l’incolumità del personale sanitario negli ospedali.

Giovanni Piazzese

Giovanni Piazzese, il 27enne che ha aggredito a Comiso (Ragusa) l’infermiere in servizio presso il Pte, è stato ammesso agli arresti domiciliari. Si è già svolta l’udienza per il direttissimo e l’avvocato Biagio Giudice ha chiesto i termini a difesa. La nova udienza, nella quale l’uomo dovrà rispondere di lesioni aggravate, è fissata per il 7 giugno.

La vicenda è arrivata fino a Roma e il ministro della Salute, Giulia Grillo, ha scelto Twitter per assicurare l’intervento dello Stato al fine di garantire la sicurezza del personale sanitario: “Le aggressioni contro medici e infermieri sono all’ordine del giorno. Non possiamo più aspettare, è arrivato il momento di approvare il mio decreto legge contro la violenza sugli operatori sanitari. Avremo pene più severe e postazioni di sicurezza perché gli ospedali siano finalmente sicuri per tutti”.

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Anche l’assessore regionale Ruggero Razza ha espresso l’auspicio di pene severe per l’aggressore, aggiungendo: «Nei prossimi giorni farò visita all’

infermiere e al medico coinvolti in questa brutta vicenda, ai due professionisti». Ha espresso solidarietà anche la presidente della Commissione Affari sociali della Camera, Marialucia Lorefice, che ha subito informato il ministro Giulia Grillo.

Il sindaco di Comiso, Maria Rita Schembari, ha detto: «Si tratta di un atto ingiustificabile, che denota l’assenza di ogni valore morale in persone che si comportano in questa maniera e che pretendono di esercitare con la violenza i loro diritti. Non c’è alcuna motivazione per gesti del genere. Esprimo la mia solidarietà all’infermiere e al medico aggrediti».

All’infermiere aggredito – per lui 25 giorni di prognosi per la frattura del setto nasale – è arrivata anche la solidarietà di Gaetano Monsù, presidente di Opi Ragusa: «L’ormai cronico problema di mancanza di personale incrementa ed estremizza gli atti di violenza in luoghi creati per alleviare le sofferenze. Ciò è di una gravità unica, tutti dovrebbero sentirsi coinvolti: cittadini, istituzioni pubbliche, organismi dirigenziali dell’Asp, colleghi e lavoratori. Le aggressioni rivolte contro gli operatori sanitari dovrebbero portare a proteste comuni a tutela del sistema sanità, creato per il bene di tutti».

Il segretario della Cisl Fp di Ragusa e Siracusa, Daniele Passanisi, ha chiesto «misure di tutela adeguate alla salvaguardia degli operatori», aggiungendo: «Non si può più fare finta di nulla, a maggior ragione dopo quanto accaduto. Così come occorre puntare il dito sulla cronica carenza degli organici. L’annosa problematica si accentuerà nel periodo estivo. Non si può più andare avanti in emergenza».

Redazione Nurse Times

Fonte: Giornale di Sicilia

 

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