Lo sciopero che dovrebbe paralizzare la sanità italiana, programmato tra mille problematiche in data 23 febbraio 2018, sta lentamente prendendo forma
Gli Infermieri italiani si raduneranno a Roma per dare vita ad un sit-in di protesta, non essendo stata autorizzata la manifestazione (VEDI).
Il tutto è stato organizzato dai sindacati di categoria infermieristici “NurSind” e “NursingUp”.
Da un video diffuso dalla collega Francesca Batani sul suo profilo facebook si ravviserebbero alcune manovre alquanto maldestre per scoraggiare lo sciopero.
Un coordinatore infermieristico nel riminese, (non iscritto ad un sindacato infermieristico) attraverso un messaggio inviato in un gruppo whatsapp nel quale sono iscritti infermieri, avrebbe divulgato un’informazione errata forse per impedire l’adesione alla manifestazione di Roma.
Secondo quanto denunciato da Francesca Batani, sindacalista del “Nursing Up”, le sigle sindacali Cgil, CISL e Uil, starebbero contattando i propri iscritti specificando come lo sciopero del 23 febbraio sia riservato solo alla dirigenza medica.
Lo sciopero della triplice, diverso da quello organizzato da NurSind e NursingUp però, potrebbe essere revocato qualora si dovessero aprire le trattative del tavolo negoziale per il rinnovo del contratto della dirigenza medica.
Secondo quanto riferito dalla Batani si prospetterebbe la liberalizzazione del turno mattino – notte nello stesso giorno (grazie alla deroga dell’obbligo delle 11 ore di riposo continuativo), straordinari non pagati ed un incremento del monte ore settimanale medio che raggiungerebbe le 48 ore.
Appare evidente come per i medici, i tre sindacati in questione siano disposti a battersi mentre per il comparto, abbiano intenzione di intervenire solo dopo aver firmato un contratto che metterebbe il cappio al collo a centinaia di migliaia di infermieri.
Solo i sindacati firmatari del rinnovo si riuniranno successivamente in un tavolo a margine per cercare di regolare il tiro.
“Lo scioperante è un lavoratore che ha preso coscienza della sua condizione di sfruttato.”
La sindacalista conclude invitando gli infermieri a fare muro, proprio come hanno sempre fatto i medici attraverso i propri sindacati di categoria, per perorare la stessa causa.
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