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Caso di Nola: ‘criticità organizzative’, certo…mancano 1500 operatori sanitari

“Un fatto di inaudita gravità”, che “ha palesato evidenti criticità del sistema di gestione dell'emergenza-urgenza”. Queste le parole del Ministro Lorenzin sul caso di Nola, a seguito dell’intervento dei NAS. Il problema però è anche e soprattutto che…in provincia di Salerno mancano 550 infermieri, 300 medici e 650 operatori socio-sanitari.

Un fatto di inaudita gravità”, che “ha palesato evidenti criticità del sistema di gestione dell’emergenza-urgenza”. Queste le parole del Ministro Lorenzin sul caso di Nola, a seguito dell’intervento dei NAS. Il problema però è anche e soprattutto che…in provincia di Salerno mancano 550 infermieri, 300 medici e 650 operatori socio-sanitari.

La solita bagarre. La solita corsa per scaricare qua e là le responsabilità dell’accaduto. Le solite cose strane e… la solita ricerca di capri espiatori. Questa è l’Italia. E questo, col passare dei giorni, sta diventando anche il ‘caso’ di Nola (VEDI articolo).

Comunque…da qualsiasi angolazione si cerchi di guardare ciò che è accaduto, è purtroppo evidente che il nostro Servizio Sanitario Nazionale abbia oramai da tempo qualcosa che non funziona…e cercare di dare la colpa ai tre dirigenti medici sospesi, che cercavano di fare il proprio lavoro in condizioni al limite del terzo mondo, è oltre modo triste e ridicolo.

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Un fatto di inaudita gravità, con scene che non sono degne del nostro sistema sanitario”, ha affermato il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che ha anche raccontato cosa è stato evidenziato dai carabinieri dei NAS, intervenuti presso il nosocomio campano Santa Maria della Pietà: “Tra la mattina del 7 e la serata dell’8 gennaio, hanno avuto accesso al pronto soccorso di Nola 265 persone (con una punta massima di 320) rispetto ad una media giornaliera di 166. Tale incremento, assolutamente prevedibile, ha palesato evidenti criticità del sistema di gestione dell’emergenza-urgenza presso l’ospedale di Nola, l’Asl Napoli 3 e, più in generale, della Regione Campania”.

Che in molti nostri ospedali qualcosa non vada per il verso giusto, a livello di gestione delle criticità, da un bel po’ di tempo è palese.

Mettiamoci anche, però, che la scarsa educazione sanitaria dei cittadini italiani, gli scarsi controlli e anche le scarse sanzioni, portano, sommate alla insufficiente rete territoriale dei medici di base, l’assenza degli infermieri di comunità/famiglia, sommate al drastico aumento dell’età media e delle cronicità avvenuto negli ultimi decenni, a delle vere e proprie invasioni dei Pronto Soccorso

; per condizioni di salute che sono ben lontane dal rappresentare un’urgenza o un’emergenza.

Lo ha confermato anche il Ministro, che ha evidenziato “La mancanza di un’efficiente rete di assistenza provoca l’intasamento dei pronto soccorso. Con la Campania maglia nera per numero di accessi, con codici bianchi e verdi, pari all’85 per cento dei complessivi”.

Eppure un dubbio, scontato, sorge spontaneo: e se al di là di tutto, ovvero al di là dell’ondata di persone che hanno invaso i dipartimenti di emergenza e accettazione, al di là delle ‘criticità’ organizzative del sistema, al di là dell’uso spesso errato che la popolazione fa dei servizi d’urgenza/emergenza… presso Nola e dintorni ci fosse soprattutto un serio problema di carenza di personale sanitario, così come in tanti altri nosocomi italiani?

Vediamo un po’…secondo Il Mattino, nella provincia di Salerno, i ‘danni’ causati dai tagli alla sanità degli anni scorsi e dal blocco del turnover hanno portato ad una situazione insostenibile e al limite del collasso: mancherebbero ben 550 infermieri, 300 medici e qualcosa come 650 operatori socio-sanitari. Per un totale di 1500 unità!

Solo all’Asl mancherebbero 200 camici bianchi e 300 infermieri, così come 400-450 operatori socio. Un esercito. Che non c’è.

Così, inevitabilmente, quando i delicati equilibri (mantenuti grazie ai turni sfiancanti del personale e a demansionamenti vari…) vengono violentati dall’epidemia di influenza tipica del periodo e da una psicosi meningite, ecco che tutto collassa e degenera nelle condizioni indegne d’un paese civile a cui assistiamo sempre più spesso.

Che le varie aziende stiano cercando di rimediare a questa preoccupante anemia di personale sanitario mettendo mano allo scorrimento delle graduatorie di mobilità regionale ed extra-regionale, così come ai bandi di concorso… è un altro discorso. Confortante. Fatto sta però che, ad oggi, la strada sembra ancora molto lunga per ritornare a livelli accettabili e che, come appare evidente, si è superato oramai da tempo il punto limite.

Alessio Biondino

Fonti: Il Mattino, Repubblica

Redazione Nurse Times

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