“L’azienda ospedaliera di Careggi ha deciso di lasciare un unico infermiere, già in servizio e quindi costretto a un orario di lavoro di 13 ore, con 20 pazienti ricoverati. Il personale è allo stremo”. Questa la denuncia del sindacato Nursind, riguardante la grave carenza di personale all’ospedale Careggi di Firenze.
Secondo quanto stabilito dal Deas, ognuno dei tre turni di personale in servizio dovrebbe essere composto da 19 infermieri e 17 oss, ma pare che ad oggi manchino 13 infermieri e 20 oss per ogni turno. “Pochi giorni fa nel reparto di Osservazione breve si è verificato un episodio gravissimo – riferisce il segretario aziendale del sindacato, Luca Bigi -. Dopo l’ennesima richiesta di straordinario al personale in servizio al mattino andata a vuoto, l’azienda ha deciso di lasciare un unico infermiere, già in servizio e quindi costretto a un orario di lavoro di 13 ore, con 20 pazienti ricoverati”.
E ancora: “E’ evidente che nell’ultimo anno l’Aou Careggi non ha fatto nulla per cambiare la realtà lavorativa del suo Pronto soccorso. Anzi, la situazione è peggiorata a causa della crescente mancanza di personale infermieristico e oss”.
Pare, inoltre, che gli orari programmati per i mesi di agosto e settembre non garantiscano la copertura di tutte le postazioni del Pronto soccorso: “Si dovrà ricorrere all’utilizzo improprio della pronta disponibilità, attingendo al personale dedicato alla complessità assistenziale o alle emergenze-urgenze. Tutto il personale di assistenza si è già reso disponibile a rientrare con turni straordinari nei mesi estivi per coprire i colleghi in ferie, saltando giorni di libertà e facendo turni di 13 ore”.
A complicare ulteriormente la situazione è l’accordo sottoscritto nei giorni scorsi da Regione e Asl Toscana Centro per riorganizzare le aree di distribuzione dei pazienti con traumatologia minore. Un accordo che ha escluso il Pronto soccorso di Santa Maria Nuova, assegnando a Careggi la parte più popolosa della città metropolitana.
“Ci saremmo aspettati un rafforzamento in termini di personale in servizio in tale settore – aggiunge Bigi -. Invece non solo questo non si verificherà, ma negli ultimi giorni gli infermieri assegnati all’area di bassa priorità sono spesso due, invece dei tre previsti”.
Conclude il sindacalista: “Quando non si è in grado di garantire un servizio, si abbia il coraggio di dirlo chiaramente. Non è accettabile questo continuo voler apparire, a fronte delle carenze organiche e organizzative. O si aumenta il personale o si tagliano i servizi”.
Redazione Nurse Times
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