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Bimba di 8 anni in arresto cardiaco in piscina salvata da due infermiere

Due infermiere, Emma e Sara (nome fittizio), hanno svolto un atto eroico salvando la vita di una bambina di otto anni che ha avuto un arresto cardiaco in piscina.

Mentre si godevano un momento di relax al “Campus Aquae” di Pavia, le due amiche hanno risposto alle richieste d’aiuto dei bagnini e sono corse verso la piscina per intervenire.

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Emma, 34 anni, ha raccontato: “Sono andata al Campus per fare una sorpresa ai miei figli quando abbiamo sentito il bagnino urlare, chiedendo aiuto. Mi sono precipitata a bordo vasca con la mia collega. Lavoriamo insieme da tempo e siamo abituate a scenari d’emergenza, non ci servono troppe parole in questi casi.”

Le due infermiere si sono subito qualificate come professioniste e hanno iniziato le manovre di rianimazione sulla bambina.

Sara, 34 anni, di origini siciliane, ha descritto l’incidente come un gesto d’istinto: “È stato un gesto d’istinto: abbiamo visto la calca, gente che urlava a bordo piscina nel punto in cui la bimba stava ricevendo i primi soccorsi. Ci siamo qualificate come infermiere, abbiamo chiesto di poter intervenire e subito abbiamo cominciato le manovre di massaggio cardiaco. La bimba non aveva polso.”

Le infermiere hanno continuato la rianimazione cardio polmonare, nonostante la bimba fosse priva di polso.

Nel frattempo, hanno anche preparato il defibrillatore per erogare una scarica. Emma ha spiegato: “Abbiamo collegato il defibrillatore con piastre pediatriche che adattano la forza della scarica al corpo di una bambina. Abbiamo erogato un primo shock e poi continuato le compressioni. Al termine del massaggio dopo la scarica, abbiamo sentito il polso: la bambina ha vomitato l’acqua e ripreso pian piano conoscenza.”

Dopo diversi minuti che sembravano un’eternità, la bimba ha iniziato a piangere, segnalando che la sua respirazione stava tornando. Le infermiere l’hanno messa in posizione di sicurezza e hanno elogiato la preparazione del personale della piscina. Emma ha concluso: “Le emergenze fanno parte del nostro mestiere, ma rianimare un bambino colpisce. Fa capire quanto siano importanti la diffusione dei defibrillatori automatici e dei corsi di primo soccorso: più persone formate ci sono, più si ha la possibilità di sopravvivere.”

Il presidente provinciale di OPI, Michele Borri, ha elogiato l’azione delle due infermiere, affermando che hanno reso onore alla professione infermieristica e contribuito a diffondere la cultura del soccorso. Ha sottolineato l’importanza di promuovere e sostenere la formazione in primo soccorso in tutti i contesti sociali e lavorativi, poiché “è così che si salvano le vite”.

Redazione NurseTimes

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