Fa discutere l’intenzione di reclutare infermieri da Paesi esteri, manifestata da Guido Bertolaso, assessore al Welfare della Regione Lombardia.
In risposta a un’interrogazione dei consiglieri regionali di Italia Viva, Bertolaso ha comunicato che sono un migliaio le unità di personale estero già reclutate, ribadendo la correttezza del modello e ricordando che sarà concordata a livello di Conferenza Stato-Regioni (prevista dal Decreto legge 34 del marzo 2023) una disciplina ad hoc per il ricorso a tale personale. “Dopo tale intesa – ha precisato – potranno essere inseriti anche corsi formativi e professionalizzanti”.
Una posizione, quella di Bertolaso, criticata dal Coordinamento degli Ordini delle professioni infermieristiche della Lombardia. “Stupore per le dichiarazioni rilasciate alla stampa dall’assessore al Welfare di Regione Lombardia – si legge in una nota –. La soluzione annunciata di reclutare e formare personale estero richiede il coinvolgimento attivo degli Ordini professionali, enti pubblici sussidiari dello Stato in relazione all’esercizio della professione per la tutela della salute dei cittadini”.
“Ci si chiede, inoltre, quanto sia etica una campagna di reclutamento da Paesi il cui sistema sanitario versa in condizioni critiche (vedi l’India, ndr) – prosegue la nota degli Opi lombardi -. Rinnoviamo con forza la nostra richiesta e la nostra disponibilità per un tavolo di lavoro permanente, che affronti con metodo e visione condivisa, tra Regione Lombardia e Ordini professionali, il gravoso scenario della professione infermieristica nel Ssr lombardo”.
Critiche a Bertolaso arrivano anche da Uil Lombardia, che riconosce la necessità di affrontare il problema della carenza di personale medico, infermieristico e tecnico: “Tuttavia – sottolinea il segretario confederale Salvatore Monteduro – riteniamo fondamentale andare oltre e chiedersi perché queste professioni sono diventate così poco attraenti per i giovani”.
E ancora: “Si tratta di professioni caratterizzate da un alto valore nel servizio alla persona, ma negli ultimi anni hanno subito il mancato rinnovo dei Contratti collettivi nazionali di lavoro (Ccnl) e una mancata valorizzazione economica, specialmente nel settore pubblico. Il Ccnl è rimasto bloccato dal 2010 al 2015. E anche dopo essere stato sbloccato, oggi è fermo al 31/12/2021, e nella Legge di Bilancio 2024 non ci sono le risorse adeguate per colmare la perdita del potere di acquisto del proprio stipendio”.
E in questa direzione la Uil Lombardia invita le istituzioni a considerare le seguenti azioni:
“Uil Lombardia – conclude Monteduro – si impegna a lavorare in collaborazione con le autorità regionali e gli operatori sanitari al fine di garantire un sistema sanitario forte, attraente per i giovani e sostenibile nel tempo, che valorizzi tutte le professioni coinvolte”.
Redazione Nurse Times
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