Belluno, farmaci antitumorali preparati al San Martino grazie alla generosa donazione di un cittadino

Il silenzioso benefattore aiuta da anni l’Usl ad acquistare sofisticati macchinari.

L’Usl Dolomiti prepara in casa i farmaci per i pazienti oncologici. Fino a qualche mese fa l’ospedale di riferimento per il Bellunese era quello di Castelfranco. Ora, grazie all’allestimento della nuova Unità farmaci antiblastici, l’intero percorso di cura (compresa la preparazione delle medicine necessarie a chi si ammala di cancro) potrà essere gestito direttamente all’ospedale San Martino di Belluno.

Il laboratorio è diventato realtà grazie alla donazione di un cittadino, che da anni aiuta l’Usl, finanziando l’acquisto di macchinari di ultima generazione e apparecchiature che consentono ai pazienti di effettuare esami delicati nel capoluogo. La nuova unità permette infatti di migliorare il percorso di cura del paziente oncologico: la preparazione e il confezionamento dei chemioterapici sono controllati attraverso un processo semi-automatizzato, che identifica l’operatore e la preparazione, fornisce sequenzialmente le istruzioni sulle procedure di allestimento, identifica i farmaci, i dispositivi e i diluenti e impiega il controllo gravimetrico come metodo di doppia verifica dell’accuratezza delle dosi allestite. In questo modo si riducono al minimo gli errori farmacologici, a garanzia della sicurezza del paziente.

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Ed è proprio per ottemperare alle raccomandazioni del ministero della Salute e alle direttive regionali che l’Usl Dolomiti ha individuato un’area, all’interno della farmacia ospedaliera, da destinare ai laboratori per l’allestimento dei farmaci antiblastici. Grazie alla preziosa (e generosa) donazione di 553mila euro dell’imprenditore bellunese, il progetto è stato portato a compimento nel giro di pochissimi mesi. «Questa è una tappa fondamentale per la nostra azienda – ha detto il direttore generale Adriano Rasi Caldogno. Si riorganizza il processo di preparazione dei farmaci antiblastici e sarà ottimizzato tutto il percorso di cura, anche riunendo in alcune giornate le terapie che sono molto costose».

Scontati, ma doverosi, i ringraziamenti al filantropo che da anni, con le sue donazioni, aiuta la sanità bellunese. Ringraziamenti ai quali si è associato il sindaco di Belluno, e presidente della conferenza dei sindaci dell’Usl 1, Jacopo

Massaro: «Con la sua silenziosa generosità rende visibile lo spirito di noi bellunesi, persone che cercano sempre di dare una mano alla comunità in cui vivono». Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha aggiunto: «Non potevo mancare. La sanità veneta ha raggiunto livelli di eccellenza. Curiamo i nostri malati con protocolli condivisi e mettendo in rete i nostri medici oncologici, e infine applicando terapie sperimentali che si sognano in molti Paesi esteri».

L’Ufa di Belluno produrrà 15mila allestimenti oncologici e 50mila terapie di supporto all’anno, con la centralizzazione delle terapie oncologiche e oncoematologiche orali, per un valore di 8 milioni di euro. «Il tutto – ha concluso Zaia – nella totale sicurezza e appropriatezza delle preparazioni, che scaturiscono dalla condivisione dei protocolli, grazie all’informatizzazione e al collegamento di tutta la sanità veneta della Rete oncologica regionale (Rov)».

L’Azienda Zero ha individuale l’Usl Dolomiti come capofila per implementare la cartella oncologica regionale, uno strumento che segue tutto il percorso del malato dalla fase di accettazione a quelle successive di prescrizione, allestimento, somministrazione dei farmaci, che riepiloga tutti i trattamenti prescritti e consente la tracciabilità di ogni singola prestazione effettuata. Proprio la tracciabilità, ha spiegato la dirigente dell’Unità operativa complessa di Farmacia ospedaliera, Marina Coppola, è uno dei punti di forza del nuovo sistema.

L’Ufa conta due laboratori a contaminazione controllata: uno per la preparazione dei farmaci chemioterapici antiblastici e uno per la preparazione degli ancillari previsti dai protocolli di cura. È presente anche un terzo laboratorio per l’allestimento delle forme farmaceutiche magistrali e officinali non sterili. I laboratori sono dotati di un sistema semi-automatizzato per il controllo del preparato oncologico, che segue tutte le fasi di allestimento per ottenere farmaci certificati e conformi alle specifiche di qualità richieste dagli standard tecnici.

Redazione Nurse Times

Fonte: Corriere delle Alpi

 

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