Con eccessiva faciloneria, probabilmente, e cadendo nel consueto e ormai stucchevole errore, le quattro persone arrestate nell’ambito dell’inchiesta sui maltrattamenti nella RSA sipontina, vengono, da voi definite “infermieri”.
Si tratta di un errore grave al quale chiedo di porre rimedio, perché come è emerso sin da subito da tutte le notizie di stampa, i quattro indagati sono “operatori socio sanitari”, figura che nulla a che vedere con quella dell’infermiere che, è bene ricordalo, è un professionista della salute con laurea universitaria.
Purtroppo non è la prima volta che si equipara, in maniera erronea, l’operatore socio-sanitario con l’infermiere che viene sbattuto come un mostro in prima pagina. E’ giusto ricordare l’impegno degli infermieri durante questa emergenza pandemica, il loro essere rimasti in prima linea spesso senza mezzi adeguati per garantire le cure e l’assistenza a tutti i cittadini.
Vorrei altresì evidenziare come gli infermieri lavorino in condizioni di perenne emergenza, con i pronto soccorso al collasso ed il personale sempre ridotto ai minimi termini. Fa rabbia essere sbattuti in prima pagina per la solita faciloneria con la quale si mescolano il lavoro di operatore socio sanitario e la professione di infermiere.
L’auspicio è che in futuro si evitino equivoci che danneggiano la classe professionale degli infermieri che quest’organo tutela e rischiano di rendere poco credibile il lavoro quotidiano dei vostri giornalisti.
Ringraziando per l’attenzione prestata, colgo l’occasione per rivolgere cordiali saluti.
Redazione NurseTimes
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