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Armi chimiche: quali sono, come agiscono, riconoscerle e assistere un soggetto contaminato

UNICEF Italia: “Immagini sconvolgenti, l'umanità è morta oggi in Siria”

UNICEF Italia: “Immagini sconvolgenti, l’umanità è morta oggi in Siria”

Nell’ultimo periodo sentiamo parlare di attacchi con armi chimiche in Siria, che hanno causato decine di morti, tra cui anche bambini.

Un argomento che non dovrebbe essere trattato, in quanto la convenzione sull’uso delle armi chimiche del 1993 proibisce lo sviluppo, la produzione, acquisizione, detenzione, trasferimento ed uso. Come spesso accade il fattore determinante è sempre l’uomo.

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Le grandi famiglie di agenti chimici sono quattro, connotate in base all’azione dell’agente principale.

Fonte: Google immagini

IRRITANTI. Tipico e noto esempio di irritante è il cosiddetto gas lacrimogeno, con effetti che vanno dalla forte lacrimazione a gravi difficoltà respiratorie.

VESCICANTI. Il tioetere del cloroetano, noto come gas mostarda (per il tipico odore di senape). Questo vescicante di estrema potenza penetra in profondità nello spessore della cute superando le più comuni protezioni (abiti, cuoio, gomma e tessuti impermeabili): le cellule colpite si aprono in piaghe devastanti.

SOFFOCANTI. L’acido cianidrico è tra i più noti soffocanti. Uccidono una persona per paralisi respiratoria in pochi minuti. Uno dei prodotti più tristemente noti a base di acido cianidrico è lo Zyklon B, usato nei campi di sterminio della Germania nazista.

Il cloro è un gas giallo-verdastro con un odore di candeggina. E’ intensamente irritante e l’esposizione provoca immediatamente bruciore e lacrimazione, si può iniziare a tossire, avere una sensazione di oppressione al petto, difficoltà di respirazione, nausea e vomito. Esso può anche causare irritazione della pelle. L’edema polmonare può svilupparsi dopo 12-24 ore.

NERVINI. Spesso identificato con il nome Sarin, essi vengono assorbiti per inalazione, attraverso la cute e le mucose, possono essere assorbiti anche per ingestione, ad esempio attraverso la contaminazione di cibo e acqua.

Una volta assorbito colpiscono il sistema nervoso centrale e causa: naso che cola, lacrimazione, scialorrea, sudorazione, vomito e diarrea, incontinenza, senso di costrizione al petto e difficoltà di respirazione, tosse, confusione, spasmi muscolari e convulsioni.

Ci sono una serie di caratteristiche che suggeriscono che una sostanza chimica tossica è stata rilasciata, le più celebri sono: un odore inspiegabile, come odore di aglio, rafano, cipolle, candeggiante; una nebbia visibile o nuvola non coerente con il tempo; la presenza di gocce oleoso sulle superfici.

Come assistere chi è stato esposto ad una sostanza chimica?

Il primo step che viene suggerito dall’OMS è l’auto-protezione con DPI (Dispositivi di Protezione Individuale).

In questo caso è determinante anche il luogo in cui ci troviamo, se è una struttura sanitaria si utilizzano DPI disponibili come guanti chimicamente resistenti, camici monouso, mascherine non medico-chirurgiche di base, bensì se vi è la possibilità una mascherina con filtro al carbone attivo oppure respiratore autonomo, occhiali.

Se questa apparecchiatura non è disponibile, la vittima è cosciente e in grado di muoversi, incoraggiarla a spogliarsi dagli indumenti e lavarsi con abbondante acqua. Le vittime devono essere decontaminati prima di entrare in una struttura sanitaria. Per evitare di contaminare il personale della struttura e altri pazienti.

Nel caso in cui la vittima non è cosciente è sempre raccomandata l’auto-protezione, chiamare il pronto soccorso spiegando l’accaduto, se si ha la possibilità trasportare la vittima in una zona sicura non contaminata, è necessario rimuovere i vestiti il più rapidamente possibile, con attenzione spazzolare la polvere fuori la pelle e lavare tutto il corpo con l’acqua e sapone, o di sola acqua.

Quando si rimuove i vestiti si dovrebbe cercare di evitare la diffusione di sostanze chimiche dagli abiti sulla pelle, per esempio non tirare i vestiti sopra la testa, se possibile, meglio tagliarli all’aperto. Cercate di non toccare le zone umide o polverose.

Anche in questo caso, se è possibile, piegare con cura i vestiti, in modo che le parti più contaminate sono piegati verso l’interno e mettere i vestiti in un contenitore che si può chiudere, per esempio un forte sacchetto di plastica.

Cercate di evitare di toccare i vestiti contaminati con le mani nude – usare un attrezzo o indossare guanti di gomma spessi. Ricordate che il contenuto del sacchetto è contaminato, tracciarlo con segno di pericolo.

Quale trattamento?

Nella maggior parte dei casi il trattamento comporta la rimozione da esposizione, decontaminazione, trattamento sintomatico e di supporto, ma il tipo di trattamento variano a seconda delle sostanze chimiche coinvolte.

Antidoti sono disponibili per un piccolo numero di sostanze chimiche, ad esempio per alcuni agenti nervini. Questi antidoti devono essere somministrate sotto controllo medico al più presto possibile dopo l’esposizione.

Alcuni sintomi tipici comprendono:

Irritazione agli occhi, prurito al naso, tosse, difficoltà a respirare, gli occhi e il naso che cola, scialorrea, prurito alla cute, un bisogno improvviso di urinare, defecare o vomitare, visione offuscata, contrazioni muscolari, vertigini, disorientamento, sensazione di svenimento.

Questa è solo un infarinatura generale di come dovrebbe essere trattata una vittima di armi chimiche o incidenti con sostanze chimiche, per un approfondimento specifico consiglio ai lettori di consultare il sito dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità).

Fonti: Organizzazione Mondiale della Sanità; Focus.

Giuseppe Madonna
Redazione Nurse Times

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