Gravidanza

Alimentazione in gravidanza

L’alimentazione materna gioca un ruolo fondamentale prima e durante tutto il periodo gestazionale, è condizione essenziale per un adeguato sviluppo del feto, per un buon esito del parto, per la crescita futura del bambino nonché per la prevenzione di patologie neonatali.

…di Barbara Varutto

L’alimentazione materna gioca un ruolo fondamentale prima e durante tutto il periodo gestazionale, è condizione essenziale per un adeguato sviluppo del feto, per un buon esito del parto, per la crescita futura del bambino nonché per la prevenzione di patologie neonatali.

In una donna normopeso, durante la gestazione, il regime alimentare deve essere modificato con un aumento di circa 200 – 300 Kcal al giorno (dal 2° trimestre in poi) e di circa gr. 9 al giorno di proteine.

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Questo, però, non significa che si “debba mangiare per 2″, rischiando così un aumento di peso eccessivo e pericoloso, ma solo adeguare la dieta dove necessario.

Nel caso che la futura mamma fosse sottopeso o sovrappeso già prima della gravidanza, i fabbisogni devono essere valutati individualmente tenendo conto del:

  • peso pregravidico;
  • l’attività fisica svolta;
  • il peso a fine gravidanza.

Possiamo affermare, perciò, quanto segue:

  • per chi inizia la gravidanza sottopeso ( IBM < 18,5 ), le necessità in energia sono aumentate e l’aumento di peso auspicabile è fra i 12,5 e i 18Kg;
  • per chi inizia la gravidanza in situazione di normopeso ( IBM fra i 18,5 e 25 ), l’aumento auspicabile è fra gli 11,4 e i 16 Kg;
  • per chi inizia la gravidanza in sovrappeso ( IBM > 25 ) è auspicabile contenere l’aumento fra i 7 e gli 11,5 Kg;
  • per chi è obesa all’inizio della gravidanza ( IBM > 30 ) il guadagno di peso non deve superare i 7 Kg.

E’importante considerare, innanzittutto, che in gravidanza, le proporzioni tra gli introiti energetici relativi ai tre principali  nutrienti non devono variare:

  • lipidi 25 – 30%;
  • carboidrati 55 – 60%;
  • proteine 10 – 15%.

Ciò che deve essere variato è l’apporto energetico totale, cioè il numero di calorie introdotte, che deve aumentare in relazione al peso di partenza della donna e progressivamente nel corso della gravidanza.

Tale aumento deve essere graduale:

  • nel 1° trimestre l’aumento ponderale è legato per lo più alla crescita dell’utero e all’aumento del volume del sangue: un totale di circa 1 Kg per cui non è necessario aumentare l’apporto energetico;
  • nel 2° trimestre aumentano i tessuti materni e le crescita fetale per cui l’apporto energetico deve essere aumentato di circa 340 Kcal/die;
  • nel 3° trimestre con l’aumento di volume della placenta e la crescita del feto il fabbisogno arriva ad aumentare di circa 450 Kcal/die.

Per quanto riguarda i macronutrienti ricordiamo:

  1. carboidrati: da preferire quelli a basso IG come la pasta, i legumi, il riso, l’orzo etc ed evitare il consumo di zuccheri semplici per non incorrere nel diabete gestazionale che se compare occorre introdurre molti liquidi (l’acqua è la scelta migliore). Inoltre uno spuntino prima di andare a dormire, diminuisce la possibilità di una crisi ipoglicemica notturna. Tra i carboidrati vanno annoverate anche le fibre che dovrebbero essere assunte in quantità di gr. 30. Esse favoriscono il transito intestinale.
  2. lipidi: 25 – 30% dell’energia giornaliera di cui solo il 10% dovrebbe essere rappresentato da grassi saturi. Per questo è bene evitare il consumo di grassi animali ed è importante introdurre acidi grassi essenziali; tra questi gli acidi grassi polinsaturi omega 3 ed omega 6 presenti nell’olio extravergine di oliva e gli acidi grassi monoinsaturi presenti soprattutto nel pesce. In particolare si consiglia di preferire i pesci magri tipo sogliola, merluzzo, nasello, trota ed orata. Gli acidi grassi essenziali sono molto importanti per l’accrescimento neonatale, specie per quanto riguarda gli omega 3 che permettono un corretto sviluppo del SNC e del sistema cardiovascolare
  3. proteine: si consiglia un aumento medio di circa gr. 6/die. E’ importante che la maggior parte delle proteine introdotte siano rappresentate da quelle “nobili” ad alto valore biologico come quelle di origine animale provenienti da latte, uova e carne.

Parlando, invece, di micronutrienti, essi favoriscono la prevenzione di malformazioni fetali, diminuiscono il rischio di parto prematuro e si ha minor peso alla nascita, il corretto sviluppo del SNC e proteggono la salute della mamma.

  1. acido folico: in età fertile il fabbisogno è di 200 nanogr/die, ma durante la gravidanza e l’allattamento, il valore sale a 400 – 350 nanogr/die. La sua carenza può portare a difetti del tubo neurale, palatoschisi, danni cerbrali, rallentamento della crescita e dell’apprendimento, spina bifida dovuta ad un’incompleta chiusura della sua parte inferiore con gravi malformazioni congenite. L’acido folico si trova nelle verdure a foglia verde, arance, legumi, cereali, kiwi, fragole nel fegato. Inoltre una sua carenza può portare tossiemia, parto prematuro, emorragie post – partum e anemia megaloblastica sia alla madre che al bambino. Data la sua importanza, tutte le donne che programmano una gravidanza o che sono in fase riproduttiva dovrebbero assumere acido folico giornalmente sia con la dieta che con integratori (acido folico da 0,4 mg per 4 settimane prima del concepimento fino alla 12° settimana di gravidanza, eventualmente dalla 12° settimana di gravidanza supplemento di vitamine).
  2. A: è importante attenersi alla quantità indicata perché un eccesso di vitamina può causare altri danni. E’ indispensabile alla crescita del feto nonché per la visione dello stesso. Si trova in alimenti di origine animale, prodotti lattiero – caseari, uova ed alcuni pesci.
  3. B1 e vit. B2: durante la gravidanza il LARN della vit. B1 da 0,9 mg/die aumenta a 1 – 1,1 mg/die e il fabbisogno è aumentato nell’ultimo trimestre di gravidanza. La carenza di vit. B1 è rara e si riscontra nelle donne alcoliste. Il LARN della vit. B2 da 1,3 mg/die aumenta a 1,4 – 1,6 mg/die. La sua carenza può contribuire ad effetti teratogeni sul feto. Essa è contenuta nel latte, formaggi, carne, ortaggi a foglia verde, cereali.
  4. B12: il LSARN da 2 nanogr/die passa a 2,2 – 2,6 nanogr/die. E’ essenziale per la sintesi della mielina e delle nucleoproteine, nella replicazione e nell’eritropoiesi: essa, insieme all’acido folico previene le anemie severe e i difetti del tubo neurale
  5. acidi grassi essenziali e derivati ( PUFA e LC – PUFA ): sono componenti dei fosfolipidi delle membrane cellulari specie per il sistema nervoso e la retina.
  6. calcio: è implicato nello sviluppo e nel mantenimento di ossa e denti sia del feto sia della madre
  7. ferro: è un componente dell’Hb, collabora al metabolismo energetico. E’ necessario per l’aumento di volume del sangue materno, lo sviluppo della placenta e l’accrescimento. Una sua carenza determina anemia nella madre, riduzione della stessa crescita fetale e prematurità. Durante la gravidanza il fabbisogno aumenta specie nelle donne affette da anemia. E’ consigliato, quindi, un apporto di Fe di 22 mg al giorno lontano dai pasti. Le fonti animali di ferro sono carne e pesce ricche di Fe eme, quindi più assorbibile. Le uova, invece, contengono Fe non eme, meno assimilabile così come le fonti vegetali ( ortaggi, pasta, frutta ). Vi sono, in ogni caso, alcune fonti vegetali in grado di fornire una discreta quantità di ferro tra cui cioccolato fondente, legumi, germe di grano, frutta secca e muslei. I preparati di sali di Fe a lento rilascio determinano una minore sensazione di pesantezza, migliorando sia l’assorbimento sia la tollerabilità del farmaco. La vit. C migliora l’assorbimento del ferro. La supplementazione con integratori, è indicata a tutte le donne in gravidanza che non riescono ad assumerne a sufficienza attraverso la dieta o che presentano anemia da deficit di ferro. Un apporto eccessivo può avere effetti collaterali indesiderati
  8. iodio: è implicato nella corretta morfogenesi di organi ed apparati, nonché nella termogenesi e nel metabolismo dei carboidrati, proteine e grassi. Una carenza provoca ipotiroidismo, cretinismo e neonati piccoli rispetto all’età gestazionale. Si trova negli alimenti di origine marina come i pesci e le alghe. Nel periodo gestazionale, il fabbisogno è di circa 200 mcg/die
  9. DHA: gli acidi grassi essenziali della serie omega 3, specie il DHA ( acido docosaesaenoico ) sono importanti per l’accrescimento neonatale, dal SNC e dell’apparato cardiovascolare.

Cosa è bene evitare in gravidanza:

  1. alcool: è una sostanza teratogena; se si abusa di alcol, il feto svilupperà la sdr. feto – alcolica con minor peso alla nascita, ritardo mentale e dimorfismi facciali. Inoltre, il suo consumo provoca mancato assorbimento di vit. B12 e acido folico. Al contrario un consumo modico ( un bicchiere ai pasti ) non è controindicato
  2. caffeina: il caffè può essere bevuto anche in gravidanza al massimo 3 tazze al giorno
  3. bevande che contengono chinino: tipo bitter – lemon e acqua tonica che possono dare effetti neurotossici, in particolare alla vista, gastrointestinali, nella conduzione dell’eccitazione a livello cardiaco, ipotensione, problemi ematologici, ipersensibilità cutanea, febbre e broncospasmi
  4. farmaci: alle donne in gravidanza si consiglia un uso consapevole e responsabile; il meno possibile e solo medicinali prescritti. Tra le sostanze medicinali pericolose ricordiamo:
    1. antibiotici amino glicosidici come la streptomicina e la kanamicina responsabili di danni a reni e orecchie
    2. androgeni, ormoni maschili responsabili di influenza sugli organi femminili del feto
    3. antiepilettici responsabili di difetti del tubo neurale
    4. antiflogistici, antiinfiammatori responsabili di anomalie nello sviluppo del bambino
    5. litio responsabile di malformazioni cardiache
    6. derivati della cumarina
    7. retinoidi derivati degli acidi analoghi della vit. A per il trattamento dell’acne
    8. citostatici, sostanze citotossiche e le terapie antitumorali

Tra le sostanze che provocano dipendenza:

  • nicotina: provoca minor peso del nascituro. Tali bambini hanno una frequenza cardiaca e hanno un tasso di mortalità ( morte in culla ) 3 volte più alto della media;
  • droghe.

 Molto importante è valutare anche gli alimenti che contengono mercurio.

Le donne dovrebbero assumere 1 – 2  volte a settimana pesce ricco di grasso e povero di metil mercurio di cui sono ricchi il pesce spada, le aringhe e i salmoni ricchi in diossina

Vanno assunti con sicurezza:

  • trota;
  • scorfano;
  • sardine;
  • tonno che può essere consumato fresco una volta a settimana o in scatola fino ad un massimo di gr. 130/settimana.
Barbara Varutto – medico chirurgo
Redazione Nurse Times

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