Alcoldipendenza: otto milioni e 700mila consumatori a rischio

Otto milioni e 700mila consumatori a rischio, 65mila persone alcoldipendenti prese in carico dai servizi alcologici, oltre 5.000 incidenti stradali rilevati soltanto da Polizia e Carabinieri. Sono questi alcuni dei dati contenuti nella Relazione al Parlamento sugli interventi realizzati nel 2019 in materia di alcol e problemi correlati, trasmessa dal ministro della Salute Roberto Speranza alle Camere il 1° dicembre 2020.

Il consumo di alcol rappresenta un importante problema di salute pubblica, in quanto responsabile in Europa di circa il 4% di tutte le morti e di circa il 5% degli anni di vita persi per disabilità. Secondo i dati ISTAT, anche per 2018, si conferma la tendenza degli ultimi anni, che mostra un aumento del consumo di alcol occasionale (dal 44% al 46%) e del consumo fuori pasto (dal 29% al 30%) mentre si osserva una diminuzione del consumo giornaliero (da 21,4% a 20,6%).

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Tra i consumatori a rischio il 23,4% sono uomini e l’8,9% sono donne di età superiore a 11 anni, per un totale di quasi 8.700.000 individui .

La fascia di popolazione più a rischio per entrambi i generi è quelle dei 16-17enni (M=48,3%, F=40,7%), seguita dagli anziani ultra 65enni. Verosimilmente a causa di una carente conoscenza o consapevolezza dei rischi che l’alcol causa alla salute, circa 800.000 minorenni e 2.700.000 ultra sessantacinquenni sono individui da considerare a rischio per patologie e problematiche alcol-correlate, esattamente quei target di popolazione sensibile per i quali gli OMS e Commissione Europea raccomandano azioni di intervento, volte a sensibilizzare le persone sulla non conformità dei loro consumi alle raccomandazioni di sanità pubblica.

Tra i comportamenti a rischio nel consumo di bevande alcoliche tra i giovani il binge drinking rappresenta ancora l’abitudine più diffusa e consolidata.

Nel 2018 sono stati presi in carico presso i servizi 65.520 persone. I nuovi utenti sono stati 17.887 (13.754 maschi e 4.133 femmine), gli utenti già in carico sono stati 47.633 (36.440 maschi e 11.193 femmine). L’analisi per età evidenzia che la classe modale è 40-49 anni con 19.390 utenti sia per l’utenza totale che per le due categorie dei nuovi e vecchi utenti.

Si osserva una diminuzione del consumo esclusivo di vino e birra mentre aumenta l’abitudine a consumare altri alcolici insieme al vino e birra, specialmente tra le donne di 45 anni e più. Il consumo di alcol è più forte nel Centro-Nord, soprattutto nel Nord-est, e tra i maschi.

La quota di consumatori di bevande alcoliche aumenta al crescere del titolo di studio conseguito, ciò avviene soprattutto per le donne e, soprattutto, in relazione al consumo fuori pasto. Andamento inverso ha, invece, il consumo quotidiano, che risulta crescente al diminuire del titolo di studio, soprattutto per gli uomini.

Nel corso del 2018 si sono verificati complessivamente 40.083 accessi in Pronto Soccorso (quasi 1.000 accessi in più rispetto all’anno precedente), caratterizzati da una diagnosi principale o secondaria attribuibile all’alcol. Di questi il 70% si riferisce ad accessi di maschi e il restante 30% ad accessi di femmine. La distribuzione degli accessi in Pronto Soccorso per triage medico mostra che il 66% degli accessi avviene in codice verde, il 22% in codice giallo, il 10% in codice bianco e il 2% in codice rosso.

Dai dati ricavati dalle Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO) nel 2018 si rilevano complessivamente 55.032 dimissioni ospedaliere, caratterizzate dall’avere indicata almeno una patologia attribuibile all’alcol. Delle 55.032 dimissioni ospedaliere, il 59% presenta tale diagnosi come principale motivo del ricovero, mentre per il restante 41% tale diagnosi è indicata come secondaria.

Cristiana Toscano

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