Aids, in arrivo le terapie semplificate con due soli farmaci

Angarano "Certo, le terapie riescono a controllarla, al punto da rendere una persona infetta non più contagiosa"

Dalla Conferenza internazionale sull’Hiv di Città del Messico arriva anche un messaggio importante: abbattere i muri dell’indifferenza e dell’emarginazione.

“No ai muri!”. Lo slogan coniato l’anno scorso ad Amsterdam per il più grande congresso mondiale sull’Hiv (“Abbattere le barriere, costruire ponti”), è stato rilanciato con una chiara valenza politica a Città del Messico, per la Conferenza internazionale sull’Aids (21-24luglio). Il congresso, che sul piano scientifico ha lanciato la strategia della “semplificazione della terapia”, ha dunque voluto ribadire l’importanza di abbattere i muri.

I malati di Aids sono i “migranti della salute”, ancora respinti, emarginati e colpevolizzati ovunque. Anche se le nuove terapie riescono ad azzerare la presenza del virus e a cancellare il pericolo di contagio. I muri più invalicabili sono quelli eretti da pregiudizi, paure e ignoranza. E sono ovunque. «Il monito del cardinal Martini, “abbattere le barriere …” – dice Gioacchino Angarano, direttore di Malattie infettive all’Università e al Policlinico di Bari –, vale certamente nel campo delle infezioni da Hiv. Ci sono le barriere sociali, ma anche quelle che impediscono di accedere alla terapia, che impediscono di fare i test. Sono queste le barriere che vanno assolutamente abbattute».

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Da oltre un decennio registriamo in Italia 4mila nuove infezioni l’anno. Questa quota non si riesce a picconare, malgrado i farmaci antiretrovirali siano in grado di controllare completamente la malattia. «Certo, le terapie – rimarca il professore – riescono a controllarla, al punto da rendere una persona infetta non più contagiosa». È questo il risultato che può disarmare il virus, azzerando la sua diffusione come una sorta di “vaccino”, quello che l’Aids non avrà forse mai. Equivale a prosciugare il serbatoio che alimenta il contagio. «Le terapie possono ottenere questo risultato – osserva ancora Angarano –, a condizione che i sieropositivi siano coscienti di aver contratto il virus e che le terapie vengano assunte con regolarità».

Nella decima IAS Conference on HIV Science di Città del Messico (6mila specialisti di 160 Paesi, 400 giornalisti e centinaia di studenti) si è parlato soprattutto dei nuovi trattamenti. «Ora si punta alle terapie semplificate – spiega il professore –, perché importanti studi internazionali hanno dimostrato che le cure, che in passato richiedevano l’assunzione di molti farmaci, possono essere snellite utilizzando due sole molecole. In questo modo l’aderenza al piano terapeutico dovrebbe essere nettamente favorita»

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Nella capitale messicana sono stati resi noti i risultati dello studio “Tango”, in fase III, che ha dimostrato come semplificando, cioè con un regime costituito soltanto da dolutegravir e lamivudina, si ottenga una completa soppressione del virus, analoga a quella raggiunta con terapie più complesse. Non basta. Sulle stesse conclusioni scientifiche stanno convergendo anche gli studi Gemini 1 & 2, alla 96° settimana di osservazione. «Sì, questi farmaci si assumono per bocca – aggiunge lo specialista –, una sola volta al giorno per facilitare la somministrazione. E già si preparano tarmaci che potranno essere presi una volta al mese, grazie alle formulazioni “retard”

Il binomio dolutegravir-lamivudina è stato lanciato dalla azienda ViiV Healthcare, azienda del gruppo GSK, completamente dedicata alle terapie anti-Hiv e alla ricerca sull’Aids. «Questa opzione, è evidente, comporta molti vantaggi, non solo per i pazienti – osserva Angarano, che si è dedicato agli studi e alla cura dell’AIDS sin dagli esordi della sindrome da immunodeficienza acquisita, nel 1981 –. Noi abbiamo sconfitto l’Hiv a partire dalla metà degli anni Novanta, ricorrendo a terapie di elevata complessità. Oggi la situazione è molto diversa: abbiamo molecole più efficaci e di durata farmacocinetica più prolungata, perciò possiamo arrivare a trattamenti semplificati».

Così si è arrivati alla duplice terapia, triplicando i vantaggi: «Certo, il primo vantaggio è la semplicità di assunzione (una sola compressa al giorno); il secondo è la ridotta tossicità; il terzo è il costo ridotto». La terapia semplificata arriva al traguardo soprattutto grazie all’efficacia del dolutegravir. «Questa molecola – spiega Angarano – appartiene alla famiglia degli inibitori delle integrasi, che hanno tutti una grande efficacia. Il dolutegravir, in particolare, è però attivo anche sui ceppi resistenti. È questa la sua prerogativa, il suo enorme vantaggio».

La lotta all’Aids ricomincia da due. La semplificazione della cura con due sole molecole può essere non solo l’incentivo a seguire con più assiduità la terapia, ma anche la giusta spinta per chi vive impaurito (o semplicemente incosciente) nell’oscurità del sommerso. Con il test sulla saliva, basta poco. Basta un solo minuto per dare una spallata al muro.

Redazione Nurse Times

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno

 

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