Già nel corso del 2015 lo stesso vaccino era stato sperimentato su un piccolo gruppo di 250 volontari, sempre in Sud Africa, per testare il tipo di immunità che lo stesso avrebbe potuto fornire.
In questo tipo di sperimentazioni, infatti, bisogna tenere conto dei vari sottotipi virali esistenti, ed è per questo che nuovi componenti sono stati introdotti come adiuvanti al vaccino stesso per stimolare una forte immunità.
L’obiettivo del vaccino è quello di dare una protezione al 60%, il che in parole povere vuol dire almeno all’inizio, che bisognerà associare al vaccino stesso le terapie antiretrovirali attualmente in uso.
Come spiega Linda Gail-Bekker, vice direttore del Centro sull’Hiv Desmond Tutu a Città del Capo, Sud Africa, e presidente della International Aids Society, l’organizzazione che sta conducendo le sperimentazioni del vaccino: “Siamo ancora in una fase precauzionale per vedere se il vaccino possa essere considerato promettente, ci vorrà del tempo, ma speriamo che questo possa essere il primo vaccino ad essere commercializzato al mondo”.
Rosaria Palermo
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