13 maggio, quarant’anni dalla LEGGE 180… un esempio di civiltà per tutti in Italia e nel mondo

“La 180 è stata una grande conquista di civiltà, un impegno etico e politico, che appartiene all’intera società Italiana”.

Il 13 Maggio 1978, la Legge 180  sancì la chiusura progressiva dei manicomi

Luoghi non di cura della malattia mentale ma luoghi in cui si consumarono spesso innumerevoli violenze alle persone e alla loro dignità.

Luoghi in cui anche i medici e gli infermieri si sono ritrovati ad operare in contesti così infelici da diventare insieme “complici” di brutalità ed orrori perpetrati a persone INTERNATE nei manicomi.

Advertisements


SCARICA LA TUA TESI


“Un malato di mente entra nel manicomio come persona per diventare una cosa. Il malato, prima di tutto, è una persona e come tale deve essere considerata e curata […] Noi siamo qui per dimenticare di essere psichiatri e per ricordare di essere persone”.

Questo ripeteva Franco Basaglia ai medici ed agli infermieri del suo manicomio.

Ed è con questi pensieri che ebbe inizio la sua battaglia durata oltre dieci anni:

Così furono aperti i cancelli … ma ben altri erano i muri da abbattere.

È a Basaglia e a coloro che in quegli anni settanta ne hanno seguito l’esempio, che si deve quella spinta motivazionale con cui tante persone, donne e uomini, medici e infermieri hanno sostenuto la lotta al manicomio fino al suo declino e l’assunzione di un ruolo oggi proattivo nella relazione con i pazienti, con le loro famiglie e con la società intera.

A distanza di quarant’anni ci sembra doveroso guardare con rispetto e riconoscenza all’opera di coloro, che hanno saputo prima dentro il manicomio e poi allo scoperto, sul territorio, agire nel mondo della vita e diventare artefici del cambiamento.

Una Legge che ha resistito tra sostenitori e detrattori.

Quante volte in questi quarant’anni c’è stato il tentativo “sempre fallito” di abrogarla e riportare in auge “i manicomi”; o meglio luoghi in cui esiliare nuovamente la sofferenza psichica e chissà, anche gli operatori di settore.

La Legge 180 non è da cancellare; semmai è da iniziare ad applicarla nei suoi principi ispiratori nonostante i 40 anni che si porta sulle spalle.

È certamente vero che la nuova strutturazione operativa dei Servizi di Salute Mentale permette scenari che erano inimmaginabili nell’Ospedale Psichiatrico; però è altrettanto vero che oggi i  Servizi non sono immuni da pratiche neo-istituzionali.

Per non ripetere gli errori (orrori!) del passato, i Servizi hanno il dovere di orientare le loro azioni a percorsi di inclusione sociale

condivisi, che coniughino i diritti e i doveri degli operatori con quelli delle persone che necessitano di cura, assistenza e ripresa di una vita decorosa, senza contrapposizione e talora sopraffazione.

Non dimentichiamo mai l’altra importante mission che abbiamo come Servizi di Salute Mentale che è abbattere lo stigma sociale della malattia mentale, il pregiudizio duro a morire… e l’autostima dei pazienti e delle loro famiglie.

Il futuro è quindi quello di creare percorsi che, utilizzando il potente strumento della relazione terapeutica, permettano il rafforzamento dei legami trasformandoli in leve per la valorizzazione delle ricchezze presenti nella “risorsa persona”.

È urgente rileggere criticamente l’attuale situazione e creare servizi per favorire e sviluppare l’empowerment degli operatori, dei pazienti, delle loro famiglie; una responsabilizzazione reciproca per la tutela della salute mentale, per restituire dignità ai malati e alle famiglie e uguale diritto di cittadinanza.

“La 180 è stata una grande conquista di civiltà, un impegno etico e politico, che appartiene all’intera società Italiana”.

“La follia è una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. Il problema è che la società, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia, invece incarica una scienza, la psichiatria, di tradurre la follia in malattia allo scopo di eliminarla. Il manicomio ha qui la sua ragion d’essere“.

Franco Basaglia

Nessuno può tirarsi fuori dalla Psichiatria e dalla Salute Mentale che non appartengono solo ai malati, alle loro famiglie e ai professionisti della salute che se ne occupano con un lavoro complesso, delicato, misconosciuto, spesso ingrato ma… affascinante.

Annamaria Tanzi
Infermiera Case Manager
Centro Psico Sociale  Dipartimento salute Mentale ASST di Pavia

Cesare Moro
Coordinatore Inf.co/Case Manager Servizi Territoriali Psichiatrici
Dipartimento Salute Mentale ASST Bergamo Ovest

Redazione Nurse Times

Leave a Comment
Share
Published by
Redazione Nurse Times

Recent Posts

Un dispositivo multisensore impiantabile nei vasi sanguigni per monitorare lo stato di salute: al via il progetto IV-Lab

È ufficialmente partito il progetto IV-Lab, finanziato dall’Unione Europea e coordinato dall’Istituto Italiano di Tecnologia…

16/05/2024

Corso Ecm (6 crediti) Fad: “Il condizionamento nel trapianto di cellule staminali emopoietiche in età pediatrica: tra tradizione e innovazione”

Dynamicom Education promuove il corso Ecm Fad gratuito dal titolo "Il condizionamento nel trapianto di…

16/05/2024

Asp dei Comuni Modenesi Area Nord: selezione pubblica per 8 posti da infermiere

L'Asp dei Comuni Modenesi Area Nord ha indetto una selezione pubblica per soli esami finalizzata…

16/05/2024

Asst Bergamo Est: concorso per 10 posti da infermiere

L'Asst Bergamo Est ha indetto un concorso pubblico, per titoli ed esami, finalizzato alla copertura…

16/05/2024

Asl Bat: manifestazione d’interesse per infermieri in sostituzione di personale assente

L'Asl Bat (Barletta-Andria-Trani) ha indetto una manifestazione d'interesse per il conferimento di incarichi di lavoro…

16/05/2024

Calabria, la denuncia Smi: “C’era una volta il 118…”

"C'era una volta. Tutte le favole per bambini iniziano così, per poi descrivere un mondo…

16/05/2024