Gli autori di questi orrori sono operatori socio sanitari (Oss), incaricati di prendersi cura dei più deboli.
Tutto ha avuto inizio in una fredda giornata di gennaio quando, nel cuore della notte, un video esplosivo è giunto nelle mani delle forze dell’ordine. Il filmato crudo e spietato ha catturato l’istante in cui un’operatrice socio sanitaria, ha brutalmente picchiato un disabile, spingendolo sulla sua sedia a rotelle. La scoperta di questa barbarie ha fatto scattare un’indagine che ha rivelato ben più che un semplice atto di violenza.
Una telefonata è stata il catalizzatore di questa indagine. La segnalazione parlava di abusi ripetuti, schiaffi e torture inflitti a individui indifesi. Una testimone, non volendo restare in silenzio, aveva documentato l’orrore con il suo cellulare, fornendo la prova irrefutabile delle malefatte dell’operatrice. Ma quello che è emerso dall’indagine è stato ancora più inquietante.
Gli operatori, in un atteggiamento di totale spietatezza, hanno minacciato gli ospiti fingendo chiamate al 118 con la promessa di iniezioni mortali o di abbandonarli in una palestra in rovina. Non è finita qui. Gli ospiti sono stati costretti a subire schiaffi in testa, insulti umilianti e persino la minaccia di essere lasciati al freddo nell’oscurità.
Come conseguenza delle indagini, tutti e 12 gli oss sono stati sospesi dall’esercizio della loro professione, mentre il sistema giudiziario prende il suo corso per garantire che siano puniti per i loro atti abominevoli.
Questo ulteriore episodio di maltrattamenti suggerisce l’improrogabile necessità di rafforzare i controlli e la vigilanza nelle strutture che si occupano della cura e dell’assistenza dei più fragili.
Redazione NurseTimes
Immagine: comandante carabinieri Fabrizio Picciolo
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