Vitamina D e prevenzione delle malattie respiratorie: lo studio

In estate, mezz’ora di esposizione solare a mezzogiorno di una persona con carnagione chiara produce 10-20.000 UI di vitamina D!

È stato ipotizzato e poi dimostrato un rapporto di dipendenza tra incidenza di malattie respiratorie e vitamina D

La vitamina D è fondamentale per il nostro organismo, soprattutto per la costituzione dell’impalcatura ossea, della quale rappresenta il costituente principale. È una vitamina liposolubile che è possibile accumulare sia grazie all’esposizione ai raggi solari (in estate, mezz’ora di esposizione solare a mezzogiorno di una persona con carnagione chiara produce 10-20.000 UI di vitamina D!) e sia grazie a dieta (tuorlo d’uovo, fegato) e integratori.

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I suoi corretti livelli corporei garantiscono anche un buon funzionamento di sistema immunitario, nervi, muscoli. Un’ultima ricerca pubblicata sul Journal of the American Geriatrics Society suggerisce che alte dosi di vitamina D riducono l’incidenza di malattie respiratorie acute negli anziani.

Il braccio preso in esame dallo studio riguarda la popolazione anziana istituzionalizzata in case di cura, esaminando 107 casi con un’età media di 84 anni per un periodo di un anno.

Dei soggetti presi in esame:

  • Circa la metà (55) ha ricevuto dosi elevate di vitamina D con un dosaggio medio di 3.300-4.300 unità al giorno.
  • La seconda metà (52) ha ricevuto dosi più basse, variabili fra 400 e 1.000 unità al giorno.

Il dosaggio giornaliero di tale vitamina è quello espresso dalla tabella che segue:

Per mero aspetto chiarificatore, di seguito la tabella con il confronto tra il dosaggio espresso in unità internazionali (UI) e microgrammi (mcg).

Lo studio ha rivelato dati significativamente utili, testimoniando che gli episodi di malattie respiratorie si sono dimezzati.

L’ipotetico meccanismo alla base di questo effetto protettivo e di benessere nell’anziano implicherebbe la regolazione in senso positivo di chemiochine, contrastando l’infiammazione di tipo autoimmune.

Inoltre contribuirebbe alla regolazione della interazione tra linfociti e cellule, aumentando la produzione di linfociti Th2 e inducendo la proliferazione di cellule dendritiche con proprietà di tolleranza immunitaria, con un’azione antinfiammatoria e di immunoregolazione.

Michele Calabrese

Fonti:

www.pfizerpro.it

onlinelibrary.wiley.com

www.pharmastar.it

www.terranuova.it

Michele Calabrese

Infermiere Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche, docente a corsi di formazione rivolti a personale sanitario e laico, in regime residenziale e non. Responsabile Scientifico, Moderatore e/o Relatore ad eventi, seminari e congressi. Infermiere presso UOC Angiografia e Radiologia Interventistica P.O. "L. Bonomo" Andria (BT); già Infermiere MeCAU (Medicina e Chirurgia Emergenza ed Urgenza/Accettazione) ed Emergenza Territoriale P.T.S. 118 "Basilicata Soccorso", postazione INDIA 28.Consigliere Ordine Professioni Infermieristiche BAT (OPI BAT) e già Revisore dei Conti medesimo Ente; componente di Commissioni esterne Ordine delle Professioni Infermieristiche Barletta-Andria-Trani (O.P.I. BAT). Responsabile Commissione Formazione OPI BT. Presidente Società Scientifica della Associazione Provinciale C.N.A.I. BAT (Consociazione Nazionale Associazioni Infermiere/i della BAT). Formatore O.S.S. ai sensi del DLgsR Puglia. Docente a contratto. Istruttore American Heart Association (Training Center ID ZZ21169) per personale Sanitario e laico in corsi BLS (D), manovre disostruttive adulto, bambino, lattante

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