Vaccino antinfluenzale in farmacia, Regione Lazio convoca tavolo di confronto

Medici e farmacisti non sono d’accordo sul tema. L’assessorato alla Salute prova a mediare. Incontro in programma il 12 ottobre.

“In questa fase, ovviamente ognuno nell’ambito delle proprie prerogative, abbiamo bisogno di unire tutte le forze del sistema. Noi abbiamo costruito una rete vasta, che oggi risponde all’obiettivo di vaccinare per l’influenza stagionale 2,4 milioni di persone. Ma domani, auspicando che sia validato e reso disponibile il vaccino Covid, tale rete non riguarderà più 2,4 milioni, bensì oltre 5 milioni di nostri concittadini. Ecco perché occorre estenderla per quanto riguarda le vaccinazioni”. Così l’assessore alla Salute della Regione Lazio, Alessio D’Amato, intervenendo in Consiglio regionale straordinario sui temi del Covid-19 e delle vaccinazioni antinfluenzali.

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D’Amato ha spiegato che a questa esigenza rispondeva anche la proposta, contenuta nell’ordinanza approvata il 2 ottobre scorso dal governatore Nicola Zingaretti, di consentire la somministrazione del vaccino direttamente in farmacia. “Laddove sussistano i requisiti di sicurezza per concordare le modalità organizzative – ha tenuto a precisare l’assessore, che sulla questione ha istituito un tavolo tecnico con l’Ordine dei medici e l’Ordine dei farmacisti. A mio avviso, in questa fase occorrono una risposta straordinaria e l’unità di tutto il sistema. Forse, mi permetto di dire, andrebbero anche riviste le norme nazionali che risalgono al 1930, che individuano a canne d’organo le varie responsabilità”.

L’art. 102 del Regio decreto 1265 del 1934, infatti, vieta ai medici di esercitare la professione in farmacia. E lo hanno ricordato gli stessi medici, manifestato forti perplessità sulla proposta della Regione. “Si pone in contrasto, nel merito, con la normativa vigente in materia, che prevede il divieto di cumulo tra la professione di farmacista e quello di altre professioni sanitarie ed esclude la presenza del medico, unico soggetto legittimato a sovraintendere alle vaccinazioni, in farmacia”

, ha infatti da dichiarato Filippo Anelli, presidente della Fnomceo, chiedendo l’immediata convocazione di un incontro. “I farmacisti non sono abilitati”, ha ribadito Antonio Magi, presidente di Omceo Roma, secondo il quale l’ampliamento dell’offerta vaccinale “può tranquillamente avvenire dentro gli ambulatori medici in modo totalmente sicuro”.

Il progetto della Regione Lazio era invece stato accolto con entusiasmo dai farmacisti“La Regione Lazio fa compiere all’assistenza territoriale un passo importantissimo, che adegua gli standard regionali a quelli dei paesi leader dell’Unione europea”, aveva detto Andrea Mandelli, presidente della Fofi, evidenziando come il coinvolgimento delle farmacie nella rete dei punti di accesso alla vaccinazione “già avviene in tutto il mondo, a cominciare da Canada, Francia, Germania, Gran Bretagna, Portogallo, Stati Uniti e Svizzera, in totale sicurezza e nel pieno rispetto delle competenze dei professionisti della salute”. E anche per Marco Cossolo, presidente di Federfarma, “è questa la strada giusta per allinearsi alla maggior parte di Paesi europei, dove da tempo il cittadino può vaccinarsi nella propria farmacia di fiducia”.

Il prossimo è previsto in occasione del tavolo con medici e farmacisti convocato dalla Regione Lazio per lunedì 12 ottobre. L’ampliamento dei punti vaccinali sembra comunque certo. Perché, al di là delle farmacie, Anelli e Magi hanno già illustrato all’assessore D’Amato la possibilità di “mettere a disposizione della popolazione, oltre agli studi dei pediatri di libera scelta, dei medici di medicina generale e dei centri vaccinali, anche le strutture dei medici di continuità assistenziale, i poliambulatori territoriali e gli ospedali, in aggiunta alle Uscar”, così da “garantire la sicurezza agli operatori sanitari ed evitare disservizi alla popolazione”.

Redazione Nurse Times

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