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Le sfide per la salute nella società che cambia: sviluppo, metodologia ed esperienze di ricerca in ambito infermieristico

Università degli studi Milano Bicocca 21/22 maggio 2015

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Le sfide per la salute nella società che cambia: sviluppo, metodologia ed esperienze di ricerca in ambito infermieristico

Si è svolto presso l’aula magna dell’Università Milano Bicocca, gremita di Infermieri, ricercatori e studenti, il primo convegno italiano sulla ricerca infermieristica.

Una sorta di “stato dell’arte”, dagli anni ’70/’80 ad oggi. Relatori nazionali ed internazionali hanno dato vita ad un dibattito che è risultato concreto e costruttivo.

Voluto fortemente dalla Prof.ssa Stefania Di Mauro dell’Università Milano Bicocca, e dai suoi valenti collaboratori, i lavori sono iniziati nella giornata di giovedi con l’intervento della Prof.ssa Julita Sansoni dell’Università La Sapienza di Roma, che ha fatto un excursus storico sull’evoluzione della ricerca infermieristica in Italia. Le ha fatto seguito la Prof.ssa Laura Rasero descrivendo il contributo che il lavoro dei dottorati di ricerca danno all’attività clinica dell’infermiere. Lavori di ricerca che vedono l’applicabilità nel lavoro quotidiano dell’infermiere clinico.

La Prof.ssa Di Mauro ha poi tracciato i punti di forza e le criticità della ricerca infermieristica.

Nel pomeriggio i lavori congressuali sono ripresi con l’intervento del Prof. Barbaranelli, Ordinario di Psicometria dell’Università La Sapienza di Roma, che ha parlato dell’importanza della validità e affidabilità che le scale di misura della salute debbono avere.

Gli ha fatto seguito la prof.ssa Cecilia Sironi dell’Università Inusbria di Varese, nonché presidente nazionale della CNAI (Consociazione Nazionale Associazioni Infermiere), che ha esordito riferendosi alla professione infermieristica come un “gigante addormentato”. Una professione cioè, dalle grandi potenzialità che devono ancora emergere. La Prof.ssa Sironi ha parlato dei diversi modi di condurre review.

La Prof.ssa Stefanizzi, dell’Università Bicocca di Milano, ha relazionato su come condurre un survey di qualità.

Infine il prof. Paolo Carlo Motta, dell’Università di Brescia, ha puntualizzato l’importanza del rigore scientifico nella ricerca qualitativa.

La giornata si è conclusa con la prestigiosa presenza della Prof.ssa Marisa Cantarelli che insieme al prof. Manzoni ha conversato sulla figura di “maestro” della Prof.ssa Giuseppina Pontello.

Emozionante e a tratti commovente il racconto della Prof.ssa Cantarelli sulla sua “allieva”.

Venerdi 22 i lavori riprendono con l’intervento prestigioso della Prof.ssa Barbara Riegel, University of Pennsylvania – United States. La Prof.ssa Riegel ha esposto la sua teoria sul Self-care dei malati cronici.

Le hanno fatto seguito i dottori di ricerca Italiani, Dott E. Vellone (Università tor Vergata Roma), Dott. D. Ausili (Università Bicocca Milano) e la Dott.ssa M. Matarese (Università Campus biomedico Roma), che hanno relazionato sulle loro linee di ricerca, sul self-care nello scompenso cardiaco, nel diabete e nella BPCO.

Nella seconda sessione della giornata il Prof. Walter Sermeus, KU Leuven University Belgio, responsabile Europeo dello Studio RN4CAST, pubblicato recentemente sulla prestigiosa rivista LANCET, ha presentato lo studio che mette in evidenza le relazioni tra il numero degli infermieri, le loro competenze, le condizioni di lavoro e la sicurezza dei pazienti.

Prossimamente anche l’Italia entrerà a far parte di questo studio internazionale grazie all’apporto della Prof.ssa Loredana Sasso, Università di Genova, che ha anticipato come in Italia in questo momento si stiano reclutando gli ospedali che faranno parte di questo progetto (finanziato anche dal sindacato degli infermieri NURSIND). I primi dati dovrebbero arrivare a giugno 2016. Sperando di potere avere un peso determinante nelle scelte di politiche sanitarie delle regioni che parlano ancora di “minutaggio assistenziale” come indice di riferimento per la determinazione del personale infermieristico necessario alle aziende ospedaliere.

Gli interventi sono proseguiti con la Dott.ssa Maria Mongardi, Agenzia Sanitaria Regione Emilia Romagna, che ha presentato uno studio italiano su Nursing sensitive outcomes.

Le ha fatto seguito la Dott.ssa Anna Cazzaniga, A. Osp. Provincia di Lecco, che ha presentato il S.I.S.P.I (Sistema informativo della Performance Infermieristica) .

Infine i lavori si sono concentrati sulla formazione dei futuri professionisti infermieri, specificatamente del tirocinio clinico degli studenti del CdL in Infermieristica.

La Dott.ssa Lorena Salvini, dell’Università Milano Bicocca, ha parlato delle barriere esistenti all’utilizzo delle prove di efficacia. La Salvini si è soffermata su aspetti pratici che inevitabilmente riducono l’utilizzo delle migliori evidenze da parte degli infermieri clinici. L’intervento si è concluso con una citazione del padre fondatore dell’EBM, scomparso recentemente, Dott. David Sackett : “l’EBM nasce dal paziente per tornare al paziente”.

Le ha fatto seguito, l’interessante relazione della Dott.ssa Michela Lazzarin, Università Bicocca Milano. La Lazzarin ha parlato della Moral Distress Scale, mettendo in relazione il benessere dei professionisti con la qualità di cure erogate ai pazienti. Nello specifico è stato presentato uno studio che ha coinvolto i professionisti infermieri di alcune oncoematologie pediatriche italiane.

Infine la Dott.ssa Beatrice Mazzoleni, Az.Osp.Bergamo e la Dott.ssa Patrizia Di Giacomo, AUSL Romagna, hanno trattato l’utilizzo di terminologie infermieristiche standardizzate nella formazione di primo livello.

Davanti ad una platea carica dei contenuti di queste due giornate, ha conclusi i lavori la Prof.ssa Di Mauro.

Ha spiegato l’importanza del sostenere la ricerca infermieristica. In sintesi è emerso che affinchè si dia senso alla ricerca , essa deve arrivare al letto del paziente, altrimenti tanto lavoro verrebbe vanificato ed il cittadino non godrebbe della migliore assistenza erogabile.

Il Professor Andrea Stella, Università Milano Bicocca, complimentandosi per l’alto livello scientifico dei relatori e dei contenuti, ha dato appuntamento a 1,2 o 3 anni?

Vedremo.

Filippo D’Aleo

Redazione Nurse Times

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