Umbria, concluse le indagini di Concorsopoli: “Favoriti 174 candidati infermieri”

Nel mirino dei magistrati, 11 selezioni di personale. L’accusa contestata ai numerosi indagati è quella di associazione per delinquere finalizzata a una serie di reati contro la pubblica amministrazione.

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Sono 11 le procedure per la selezione di personale della Usl 1, dell’Azienda ospedaliera di Perugia e anche della Regione Umbria, risalenti perlopiù al 2018 e contestate nell’avviso di conclusione indagini relative alla maxi-inchiesta Concorsopoli. Avviso che la Procura di Perugia ha notificato a 45 persone. Si parla di “argomenti o direttamente tracce d’esame messe in anticipo nelle mani dei candidati”, di “punteggi attribuiti ‘a tavolino’ e artatamente gonfiati nei confronti dei candidati segnalati per determinarne il posizionamento utile in graduatoria”, e anche di “modifica della valutazione sui titoli assegnata a un candidato per favorirne un altro”.

I piemme Mario Formisano e Paolo Abbritti hanno contestato l’associazione per delinquere finalizzata a una serie di reati contro la pubblica amministrazione all’ex governatrice Catiuscia Marini, all’ex sottosegretario Gianpiero Bocci e all’ex assessore alla Sanità, Luca Barberini. Nomi di spicco della politica umbra, indicati come promotori dell’attività svolta da altri associati, ossia dagli esecutori, che gli inquirenti hanno individuato nel direttore generale dell’ospedale di Perugia, Emilio Duca, e nel direttore amministrativo, Maurizio Valorosi. Della presunta associazione per delinquere farebbero inoltre parte la responsabile dell’ufficio personale del Santa Maria della Misericordia, Maria Cristina Conte, il direttore sanitario del nosocomio, Diamante Pacchiarini, la responsabile degli acquisti e appalti, Rosa Maria Franconi, e il capo del coordinamento delle attività amministrative della stessa struttura, Antonio Tamagnini.

Tra i concorsi pubblici compromessi da rivelazioni di segreti d’ufficio, falso e abusi d’ufficio figura quello per infermieri della Usl 1 su cui, dove sarebbe stato “determinato l’esito illegittimo in favore di 174 candidati, dei quali 67 collocati attraverso aiuti illeciti tra i primi 309 posti in graduatoria, venendo così immediatamente avviati al lavoro”. Ma anche quello per il posto da direttore della struttura complessa di Anestesia e rianimazione, dove il punteggio attribuito per i titoli sarebbe stato ritoccato per favorire Fabio Gori, anche lui indagato.

Sotto la lente d’ingrandimento dei magistrati sono inoltre finite le procedure di selezione pubblica: due posti da dirigente medico di Geriatria; quattro posti da assistente amministrativo a tempo indeterminato categoria C (cosiddette categorie protette); due posti a tempo indeterminato per assistente tecnico contabile (sempre categoria C); un posto a tempo indeterminato da coadiutore amministrativo (categoria B), riservato a un soggetto disabile; tre posti a tempo indeterminato come collaboratore professionale contabile; cinque posti a tempo indeterminato di dirigente sanitario biologo; un posto da dirigente a tempo determinato del servizio di programmazione economico e finanziaria degli investimenti e controllo di gestione delle aziende sanitarie; due posti a tempo indeterminato da dirigente medico di chirurgia maxillo-facciale.

A tutto ciò si aggiunge un avviso di mobilità volontaria regionale e interregionale per un posto a tempo indeterminato da logopedista. In questo caso gli inquirenti hanno ravvisato l’esercizio di pressioni nei confronti di una professionista ammessa al colloquio affinché non si presentasse, per poi avviare la successiva procedura concorsuale, in effetti bandita qualche mese dopo.

Redazione Nurse Times

 

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