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Taser, pistole elettriche e pacemaker: la scarica elettrica è davvero pericolosa per il malintenzionato portatore di un dispositivo impiantato?

La continua escalation di violenza che vede sfortunati protagonisti i professionisti della salute italiani ha spinto molte persone a richiedere la dotazione di Taser per le guardie giurate o addirittura per gli stessi infermieri.

I professionisti più misericordiosi però, sostengono che la scarica erogata dalla pistola elettrica possa danneggiare un eventuale aggressore portatore di pacemaker se non causarne addirittura la morte per arresto cardiaco.

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Ma sarà veramente reale tale rischio o siamo semplicemente difronte ad una delle tante leggende metropolitane?

Sono stati numerosi i ricercatori che hanno provato a fornire una risposta a tale quesito.

Gli studiosi della Mid America Cardiology della University of Kansas Hospital di Kansas City hanno realizzato uno studio approfondito sui pericoli che corrono i portatori di pacemaker (PM) o di defibrillatore cardiaco impiantabile sottoposti ad una scarica elettrica ad alto voltaggio

Lo shock standard erogato da una pistola elettrica dei più comuni modelli (TASER-X26, TASER International, Scottsdale, AZ) consiste in una applicazione di elettricità ad alto voltaggio per una durata di cinque secondi a bassa frequenza e ridotta ampiezza. La sua effettiva pericolosità sulla funzionalità e integrità dei dispositivi PM e ICD non è nota.

Metodologia

Il gruppo di cardiologi ha testato l’integrità funzionale di nove PM e sette ICD impiantati in altrettanti suini che avevano ricevuto la scarica di una pistola elettrica. Un elettrodo transvenoso bipolare (St Jude-SP01) ed un elettrodo connesso al PM hanno raggiunto l’apice del ventricolo destro venendo connessi ad un generatore di impulsi intascato nel muscolo pettorale dell’animale

I due elettrodi che generalmente vengono sparati dal Taser sono stati piazzati sulla tacca sternale ed in prossimità dell’apice cardiaco.

La scarica sufficiente a neutralizzare la capacità motoria di un malintenzionato è stata erogata sulle cavie. I parametri funzionali dei dispositivi sono stati controllati prima e dopo ogni shock. La soglia di stimolazione media e la soglia di rilevazione, le impedenze del dispositivo e le impedenze degli elettrodi sono sempre risultate sovrapponibili prima e dopo lo shock.

Nessuna differenza sostanziale nel funzionamento o nei parametri di stimolazione è emersa. Nessuna variazione nel voltaggio della batteria ne la presunta longevità calcolata dal dispositivo hanno subito variazioni.

La durata media dei cicli di impulsi prodotti dai generatori è stata di 176 +/- 20 ms. Lo shock erogato dalla pistola elettrica è stato automaticamente abortito dal dispositivo prima che potesse manifestarsi tachicardia nei suini.

Nessuno dei dispositivi espiantati hanno presentato deficit nella carica residua della batteria, indicazione di ERI (elective replacement indicator) o rumorosità di alcun tipo dopo la scarica.

In conclusione, nessun generatore di PM o ICD e nessun elettrodo o estensioni sono risultati danneggiati dalla scarica della pistola elettrica.

Simone Gussoni

 

Dott. Simone Gussoni

Il dott. Simone Gussoni è infermiere esperto in farmacovigilanza ed educazione sanitaria dal 2006. Autore del libro "Il Nursing Narrativo, nuovo approccio al paziente oncologico. Una testimonianza".

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