Taranto, muore per Covid e i parenti denunciano ritardi nei soccorsi: 9 indagati tra medici e infermieri

Aperta un’inchiesta per omicidio colposo. Solo al terzo intervento i soccorritori del 118 avrebbero deciso di portare il paziente in ospedale.

La Procura di Taranto ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo e ha disposto l’esame autoptico di un commercialista tarantino 59enne deceduto per coronavirus. Nove gli indagati tra medici e infermieri, ai quali la famiglia della vittoima contesta ritardi nei soccorsi: solo dopo la terza chiamata il paziente sarebbe stato portato in ospedale.

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Dalla denuncia risulta che i primi sintomi sarebbero comparsi il 5 ottobre, mentre l’intervento del 118 è stato chiesto il 7. Gli operatori sopraggiunti nell’abitazione del paziente non avrebbero ritenuto opportuno il ricovero, ma il giorno successivo, l’8 ottobre, le condizioni dell’uomo si sarebero aggravate e i famigliari hanno di nuovo chiamato il servizio sanitario di emergenza.

Dopo il secondo intervento, è stata prescritta l’ossigenoterapia. Il 9 ottobre, tuttavia, un ulteriore aggravamento ha indotto i parenti a richiedere un terzo intervento del 118. A quel punto è stato eseguito il tampone, che è risultato positivo, e il 59enne è stato ricoverato nel reparto Covid dell’ospedale San Giuseppe Moscati. L’11 ottobre è stato intubato, ma non ce l’ha fatta: la morte è sopraggiunta il 17 ottobre.

I famigliari vogliono ora sapere se i ritardi denunciati possano aver giocato un ruolo nella rapida evoluzione del quadro clinico e, di conseguenza, nel decesso. La Procura dovrà quindi accertare se sia stato fatto tutto il necessario per salvare la vita dell’uomo e se qualcosa sia andato storto nell’organizzazione della gestione del caso di Covid-19. L’autopsia sarà eseguita domani, venerdì 6 novembre.

Redazione Nurse Times

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