“Siamo delle studentesse, frequentiamo il secondo anno di INFERMIERISTICA PEDIATRICA. Da quando è iniziata la pandemia, l’università non è riuscita a garantire la formazione che ci spetta” denunciano con un messaggio alla redazione delle studentesse dell’Università Luigi Vanvitelli, Sede di Napoli.
“Sin dal principio l’università ci ha escluso dalla campagna vaccinale, – continuano le studentesse, – ormai siamo a maggio e ci hanno comunicato di non essere più categoria prioritaria. Allo stesso tempo, però, altri corsi si sono vaccinati e hanno ripreso tirocinio, tra cui anche studenti del 1 anno”.
“Senza il vaccino non ci permettono di entrare in reparto ma di fare la “rete pediatrica: ovvero ognuna di noi viene collocata da un pediatra di base, dove ciò che possiamo fare è rilevare le misure antropometriche. E questo non è il lavoro del futuro, siamo studentesse di un fine secondo anno e abbiamo bisogno di girare nei reparti, approcciarci al paziente, imparare le procedure” raccontano le studentesse.
“Non solo non ci hanno garantito la vaccinazione (nostro diritto) anche il tampone per rientrare è a nostre spese. E se rifiutamo, in quanto soggetti non vaccinati? Rischiamo di perdere ore e di posticipare la laurea a data da destinarsi. Il punto è che ci stanno negando il diritto ad imparare, il diritto ad essere formati nel giusto modo, nel modo in cui ci spetta. Vogliamo fare pratica. Noi siamo i professionisti del domani e non possiamo essere tali se abbiamo una “formazione” che si basa, solo, su attività online e rilevazione dei parametri auxologici
“.“Più volte ci siamo mobilitate a contattare il rettore dell’Università, la direzione sanitaria, da febbraio, ma nulla, mai una riposta.
Totale assenza. La situazione che stiamo vivendo è a dir poco spiacevole.
Ci sentiamo abbandonati da chi dovrebbe guidarci, aiutarci e istruirci. Scoraggiati da questo sistema, sistema sbagliato, in altre università la situazione è ben diversa. Allora chi ci tutela? Ci stanno negando il nostro principale diritto: quello di essere formati. Di entrare nel mondo lavorativo consapevoli di ciò che siamo e di ciò che sappiamo fare. Così facendo, invece, arriveremo a non saper garantire alcuna assistenza, perchè neppure sapremo cosa sia. Vogliamo assumerci le nostre responsabilità e andare in reparto, vogliamo imparare” concludono le studentesse.
Ormai non passa giorno senza che arrivino segnalazioni di aggressioni ai danni degli operatori sanitari…
Di seguito una nota a cura dell'Associazione avvocatura degli infermieri (Aadi). L’ufficio legale nazionale dell’Aadi…
Arrivato per la prima volta questa estate in Europa, il virus Oropouche ha già causato…
Nel quadro delle politiche di sostegno al reddito per il 2024 l'articolo 2-bis, comma 1…
Alessandro Stievano, referente per gli Affari internazionali della Fnopi, è stato nominato Chief Nursing Officer…
Tiene sempre banco la svolta annunciata dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, con l'introduzione della…
Leave a Comment