Smartphone, App ed Infermieri: una revisione della letteratura

Una revisione narrativa della letteratura ad opera del Dott. Gianluca Pucciarelli et al.,(il Dott. Pucciarelli è Prof. a contratto di Metodologia della ricerca presso l’Università degli studi di Tor Vergata) analizza le principali App per smartphone utilizzate dal personale infermieristico in campo sanitario

Gli smartphone, (estensione del nostro corpo e strumenti pervasivi a buon costo) permeano ogni aspetto della nostra vita, e sempre più vengono usati dagli operatori sanitari quale strumento di lavoro.

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Questa revisione della letteratura analizza le App per smartphone utilizzate dal personale infermieristico descrivendone le ricadute positive e negative sulle attività assistenziali.

Dott. Gianluca Pucciarelli

Sono stati inclusi nella revisione 34 articoli. Sono state valutate App per la somministrazione dei farmaci, per la rilevazione della frequenza cardiaca e per la sorveglianza di pazienti affetti da patologie croniche.

Sono stati valutati gli effetti dell’uso di questi particolari “device” quali strumenti di distrazione e di contaminazione batterica e nello stesso tempo quali dispositivi per aumentare la produttività degli operatori.

Ma analizziamo nel dettaglio i risultati.

Se da una lato grazie agli smartphone e alle varie App disponibili è possibile implementare nuovi modelli organizzativi, dall’altro se non vengono usati correttamente si rischia di arrecare un danno ai pazienti.

Alcuni studi difatti, hanno già dimostrato che l’utilizzo di internet da mobile durante l’orario lavorativo sta diventando una consuetudine, senza distinzione di età o status professionale, per attività non correlate al proprio lavoro da parte degli infermieri.

La ricerca ha posto dei limiti temporali analizzando gli articoli pubblicati tra il 2000 e il 2016. E’ stato utilizzato un approccio descrittivo.

Tra le App prese in considerazione dallo studio citiamo quella per il calcolo del dosaggio dei farmaci, che non si è dimostrata effettivamente utile agli infermieri, in quanto in taluni casi il rischio di mortalità per errori di calcolo della giusta dose sembrava essere maggiore rispetto ai calcoli effettuati manualmente dagli infermieri stessi. Per tale motivo è sempre bene verificare le App prima di utilizzarle sui pazienti.

Per quanto riguarda le App per la gestione del paziente diabetico il loro utilizzo si è dimostrato utile, non tanto nel controllo dei valori dell’emoglobina glicosilata, quanto invece nella maggiore consapevolezza che questi pazienti hanno raggiunto, infatti questi ultimi si sono mostrati maggiormente motivati e in loro il senso di sicurezza è aumentato.

L’utilizzo di queste App durante le ore lavorative può avere anche degli effetti negativi, il primo fra tutti la distrazione.

Uno studio (Westbrock et al. 2010), preso in considerazione per la revisione, ha mostrato come ogni interruzione durante l’assistenza possa determinare un aumento stimabile intorno al 12% degli errori sanitari.

Gli smartphone possono essere, inoltre, veicolo per la trasmissione di patogeni tra lo stesso personale sanitario ed i pazienti. Uno studio di Ustun et al., condotto nel 2010 su 184 smartphone ha dimostrato che 179 avevano un terreno di cultura positivo.

Tra gli effetti negativi derivanti dall’uso degli smartphone vi è quello rappresentato dalle interferenze di questi Device con le altre apparecchiature presenti in ospedale, come per esempio quello rilevato nell’uso degli elettrocardiografi.

Dopo aver analizzato gli aspetti negativi legati all’uso degli smartphone passiamo ad analizzare brevemente gli effetti positivi dell’uso degli smartphone nella pratica clinica.

Il primo tra gli effetti positivi riguarda l’accessibilità ai dati che ha permesso agli operatori di prendere decisioni più rapide e di migliorare nella comunicazione. Alcuni studi hanno dimostrato che utilizzare gli smartphone durante i momenti di pausa contribuisca a ridurre lo stress correlato al lavoro.

La comunicazione è migliorata  anche tra infermieri e pazienti. In uno studio condotto su un campione di 221 persone con diabete, gli autori hanno osservato una migliore compliance alla terapia farmacologica , che ha portato come conseguenza ad un migliore controllo metabolico della malattia da parte dei pazienti (Celik et al.,., 2015).

Le conclusioni a cui giunge la revisione è quella per cui se lo smartphone viene utilizzato con discrezione può essere una risorsa aggiunta per gli infermieri ed i pazienti.

Le politiche aziendali, suggeriscono gli autori, non dovrebbero andare nella direzione di vietare l’uso di questi strumenti, quanto piuttosto di limitarne il loro utilizzo, dando la possibilità agli infermieri di utilizzarlo nei momenti di pausa.

 

Rosaria Palermo

 

www.ncbi.nlm.nih.gov

 

 

 

 

 

Rosaria Palermo

Infermiera dal 1994. Attualmente, infermiera specialista del rischio infettivo presso l'ARNAS Garibaldi di Catania. Ho una laurea magistrale e due Master, uno in Coordinamento e l'altro in Management del rischio infettivo. Faccio parte del Direttivo di ANIPIO (Società Scientifica degli Infermieri Specialisti del Rischio Infettivo) dal 2016. Penso che lo scatto nella nostra professione debba essere culturale, prima di ogni cosa. Nelson Mandela diceva che la conoscenza è l'arma più potente di cui gli esseri umani dispongano, ed è ciò che permetterà alla nostra professione di ritagliarsi gli spazi che le competono.

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