Sindacato Militare denuncia “Gli O.T.S. non possono essere impiegati in Reparti Covid-19 e PMA”

Il Sindacato Italiano della Marina Militare si rivolge allo Stato Maggiore delle Forze Armate per chiedere una collocazione certa in ambito militare degli Operatori tecnici sanitari

Queste figure sanitarie sono oltretutto impiegate nei P.M.A. e negli ospedali da campo militari in supporto alle strutture ospedaliere pubbliche in questa emergenza pandemica. Quindi figure che operano a contatto con civili colpiti dal covid-19.

Di seguito la nota del S.M.:

“Con la presente questa Associazione Sindacale riporta ad evidenza di codesto Onorevole Stato Maggiore, la questione del personale appartenente alla categoria SS/Sa Ots.

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La lunga e travagliata vicenda principiata già nel lontano 1996, anno in cui venne introdotta la figura dell’Operatore Tecnico Sanitario è ben lungi, allo stato dei fatti, da giungere ad una soluzione accettabile per la dignità e la professionalità di tali colleghi.

L’evoluzione della figura professionale in questione vede l’alba con la legge riordino 196/95, attraverso la quale per il personale inquadrato venne previsto un percorso formativo ricalcato sul ruolo civile relativo all’Operatore Tecnico Addetto all’Assistenza ( O.T.A. (figura oggi soppressa)).

Occorre sul punto rilevare inoltre come nell’anno 2001 con la Conferenza Stato Regioni – seduta 22 febbraio 2001: venne abolita la figura professionale dell’O.T.A. ed introdotta quella dell’O.S.S..

Purtroppo, la F.A. nell’occasione pare aver perso l’opportunità di adeguarsi a tale percorso normativo e quindi di elevare professionalmente il proprio personale O.T.S. equiparandolo alla nuova figura professionale (la sola, ribadiamo, riconosciuta nel mondo civile dopo la riforma del Ministro Lorenzin nel 2018).

Necessita inoltre rilevare come codesto S.M. abbia, in risposta ad un intervento di questo S.I.M. nell’anno 2020, definitivamente statuito che “la Categoria O.T.S. non può essere equiparata a quella degli O.S.S. (Operatore Socio Sanitario)” e che il personale debba continuare ad essere impiegato in ragione delle “competenze acquisite” e riportate in un citato “mansionario”; documento che ad oggi nessuno dei colleghi ha mai avuto occasione di potere consultare.

Appare sommessamente quanto meno “irragionevole” ritenere che il sopra citato personale abbia acquisito negli anni competenze sanitarie di assistenza al malato quando nella realtà dei fatti quotidiana, e proprio in ragione del un vulnus normativo/regolamentare di cui sopra, lo stesso viene impiegato in base alle necessità dei Comandi, che esulano anche grandemente dalle loro competenze, (spesso quali addetti “squadre lavori di manutenzione”).

Analogo squilibrio di trattamento tra gli O.T.S. ed il restante personale sanitario, si ravvisa nelle condizioni di impiego sulle UU.NN. ma altresì in altre occasioni di “carriera” (impieghi all’estero, onorificenze/distintivi, etc.). In definitiva quella degli Operatori tecnici sanitari appare come una categoria indefinita che non trova nessuna collocazione giuridica certa nell’ambito della Sanità Militare.

Ciò determina forti limitazioni nell’ambito dei concorsi interni (costringendo di fatto chi vi partecipa a mutare del tutto la propria categoria da “Sanitario” ad Amministrativo Logistico), e nonché difficoltà a partecipare a corsi per cambiare abilitazione con il risultato paradossale di non essere presi in considerazione in ragione proprio della specificità della categoria Ots e della esiguità nei numeri dei suoi componenti.

L’emergenza Covid-19, in cui la Marina sta operando attivamente in prima linea per supportare il Servizio Sanitario Nazionale nello sforzo contro la pandemia, avrebbe potuto rappresentare il momento di svolta per adeguare la legislazione nel senso di includere finalmente gli oltre settanta O.T.S. della Marina Militare a pieno titolo nella grande “famiglia” degli operatori sanitari.

Invece a causa della carenza normativa circa le proprie effettive competenze, gli O.T.S. non possono essere impiegati in Reparti Covid-19 e PMA e se (come emerso in qualche caso) lo sono, ciò accade in modo del tutto arbitrario, senza la minima tutela e copertura legale.

Quindi ad oggi rimangono senza risposta tutta una serie di domande della categoria in relazione a: natura giuridica (inquadramento tra il personale sanitario?), mansioni, impiego, tutele, sviluppo professionale e sviluppi di carriera.

È arrivato, a giudizio di questa Associazione Sindacale, il momento di dare delle risposte concrete al personale O.T.S. circa il loro futuro all’interno della nostra Forza Armata, evitando di proseguire nell’attuale direzione che di fatto calpesta la dignità, la professionalità e la carriera di decine di militari.

Occorre comprendere una volta per tutte se vi è l’intenzione per la F.A. di equiparare tale personale agli operatori sanitari del settore civile superando gli ostacoli che impediscono agli O.T.S. uguali prospettive di carriera ed opportunità dei loro colleghi di altre categorie.

A tal fine questa Associazione, richiede di essere convocata sulla questione da parte di codesto S.M., con l’eventuale auspicato coinvolgimento, se così ritenuto, dell’Ispettorato di Sanità competente”.

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