FIRENZE – C’è un filo rosso che unisce il rinnovo contrattuale e le competenze specialistiche degli infermieri.
Anzi spesso quel filo si intreccia, rischiando di ingarbugliare una situazione che, dal punto di osservazione dei sindacati, è molto lineare: “Vogliamo rimotivare gli infermieri? – chiede Andrea Bottega, segretario nazionale di Nursind -. Allora diamogli la possibilità di esprimere la loro professione per la parte in cui sono autonomi e responsabili nella quotidianità del lavoro e diamogli un riconoscimento economico”.
Perché se è vero che da sette anni si aspetta un rinnovo contrattuale è altrettanto vero che si discute di competenze specialistiche sulle quali, sostiene ancora Bottega “c’è un grosso fraintendimento. C’è il rischio – a giudizio del segretario nazionale di Nursind – che passi il principio utilitaristico secondo il quale le risorse sono poche e tu devi saper fare molte cose”.
Due facce della stessa medaglia che più di una preoccupazione solleva tra i rappresentanti sindacali protagonisti del dibattito sul futuro della professione infermieristica ospitato, nell’ambito del Forum della Salute, alla Leopolda di Firenze. “La nostra situazione è molto complicata – commenta Riccardo Bartolini della Funzione Pubblica Cgil Toscana -. A un’intera generazione di giovani infermieri viene ventilata la promessa di una vita professionale soddisfacente. Ma quando escono dal percorso universitario o lavorano nella filiera socio-assistenziale o, quando entrano nella sanità pubblica, si scontrano con una realtà diversa dal loro percorso universitario e professionale. La sfida
– ammonisce Bartolini – è il rinnovo contrattuale perché è lì che si avrà il riconoscimento professionale ed economico”.Questione che trova d’accordo Francesca Battani di Nursing Up Emilia Romagna: “E’ nel nuovo contratto che possiamo riscattare quelle autonomie che ci sono state riconosciute, anche se dubito che le competenze avanzate vengano riconosciute con il prossimo contratto. Ho il timore che per l’ennesima volta si venderà fumo e verranno premiati i soliti noti mentre l’infermiere di base verrà dimenticato”.
Ancor più critico si dichiara Piero Caramello del sindacato Cub Sanità: “Al tavolo ministeriale di quella che io definisco la Riforma Silvestro, si sta parlando di competenze avanzate senza avere la minima idea di quale sarà il rinnovo contrattuale. Ci sono tanti infermieri fuori dall’ombrello pubblico che delle competenze avanzate non sapranno che farsene”.
E su quali prospettive avranno le giovani generazioni di infermieri, manifesta preoccupazione anche Bottega: “Ci cono tanti giovani colleghi che non riescono ad inserirsi nel mercato del lavoro, ma ci sono anche infermieri meno giovani che hanno un futuro mortificato”.
Eppure gli organici sono sotto stimati e non c’è traccia delle 6000 assunzioni, tra medici e infermieri, previsti dalla legge di stabilità del 2015. “C’è il blocco delle assunzioni – aggiunge Bottega – e c’è una gravosità del carico assistenziale che incide sul nostro futuro”.
Aspettando un contratto che, a filo rosso, si unisce alle competenze specialistiche. Sempre che qualcuno riesca a sbrogliare la matassa.
Salvatore Petrarolo
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