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Siiet, la famiglia si allarga: le peculiarità del nucleo pugliese.

Abbiamo rivolto alcune domande a Carlo Alboreo, referente per la Puglia della Società italiana infermieri emergenza territoriale.

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Lo aveva detto, Roberto Romano, presidente della Siiet, la Società italiana infermieri emergenza territoriale, che aveva visto ufficialmente la luce lo scorso 23 settembre: «Ci stanno contattando colleghi da tutta Italia per costituire nuclei regionali che noi coordineremo, dando vita a un’unica voce infermieristica nel campo dell’emergenza territoriale».

Detto, fatto. I primi nuclei regionali sono sorti in Emilia Romagna, Toscana e Veneto. Quindi, nei giorni scorsi, è stata la volta di Lombardia, Sardegna e Puglia, con la nomina dei rispettivi referenti: Simone Celi, Omar Flore e Carlo Alboreo (foto).

Proprio a quest’ultimo ci siamo rivolti per entrare nei dettagli della nascita di un nucleo Siiet in territorio pugliese. «La Siiet – ci ha spiegato – nasce per essere la nuova casa degli infermieri del sistema dell’emergenza-urgenza territoriale, per valorizzarne il ruolo, per promuovere e coordinare la ricerca e altre iniziative culturali e scientifiche indirizzate allo sviluppo professionale. Ho aderito con convinzione e sin da subito perché credo fermamente che ci sia un forte bisogno di valorizzare la nostra professione, specialmente in un ambito specialistico come il nostro. Bisogna quindi dotare l’infermiere del 118 di strumenti operativi che lo mettano nelle condizioni di esprimere al meglio la propria professionalità nell’ambito di un concetto di sistema salute che metta sempre al centro il paziente e il suo benessere»

.

Alboreo passa poi a enunciare gli obiettivi che la Siiet si prefigge in Puglia che rispecchiano quelli perrseguiti a livello nazionale: «Creare una forte sinergia con gli Ordini professionali del territorio e con le altre società scientifiche che vedono nella nostra mission valori comuni. Ma anche elaborare e presentare alle istituzioni pugliesi i progetti di valorizzazione dell’infermiere dell emergenza-urgenza e, nello specifico, la realizzazione e la messa in opera di protocolli infermieristici 118, già presenti in altre regioni. Infine contribuire alla ricerca scientifica nel settore dell’emergenza-urgenza del nostro territorio».

Non può mancare un cenno all’emergenza coronavirus: «Gli operatori del 118 sono in prima linea in questo momento storico così complicato. Ovviamente la situazione di emergenza legata al coronavirus ha fatto verificare un aumento esponenziale delle richieste al 118, anche solo per richiedere informazioni. Chiediamo pertanto ai cittadini, in particolar modo in questo periodo, di utilizzare in maniera giusta il Servizio 118, per far si che le linee di emergenza prima e i mezzi di soccorso poi siano disponibili per i cittadini che hanno bisogni assistenziali, caratterizzati davvero dalla condizione di emergenza o urgenza».

Redazione Nurse Times

 

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