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Sigarette elettroniche: meno dannose di quelle tradizionali?

Vediamo cosa dice in proposito più recente aggiornamento della revisione di Cochrane.

Il più recente aggiornamento della revisione di Cochrane ha fornito un alto numero di evidenze a proposito del fatto che la sigaretta elettronica può essere utile in una prospettiva di abbandono del vizio del fumo, rispetto anche ad altri strumenti. Si parla di un grado di certezza elevato, che consente di affermare che il ricorso alle e-cig con nicotina eleva i tassi di cessazione del fumo in confronto alle soluzioni alternative, e in particolare alle terapie sostitutive a base di nicotina.

Traducendo e interpretando il concetto: grazie alle evidenze scientifiche e allo stato delle conoscenze attuali sappiamo che l’impiego delle sigarette elettroniche per chi desidera smettere di fumare garantisce una maggiore efficacia rispetto all’adozione di inalatori con nicotina, spray, cerotti e gomme da masticare.

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Questa conclusione, invero molto importante, è frutto del più recente aggiornamento che ha riguardato la living review denominata “Electronic cigarette for smoking cessation”. Si tratta di una revisione permanente degli studi che vengono condotti ormai da più di dieci anni da Cochrane, un’organizzazione internazionale.

Pubblicato da poco tempo, il nuovo aggiornamento è davvero prezioso. Cochrane, infatti, costituisce il gold standard nel settore della ricerca scientifica, e per la prima volta ha innalzato il livello di certezza delle prove relative all’efficacia delle e-cig. Nella scorsa edizione il grado di certezza veniva definito moderato, mentre adesso è considerato alto.

Nel complesso sono poco meno di 80 gli studi che sono stati ritenuti adatti a far parte della revisione, e di questi 17 non erano ancora stati presi in esame prima di tale aggiornamento. Stiamo parlando di studi controllati randomizzati, nel corso dei quali i partecipanti ricevevano in modo casuale il trattamento per la cessazione, ma anche di lavori nei quali ogni partecipante poteva usare una sigaretta elettronica.

Nel complesso sono stati più di 22mila i pazienti che hanno fatto parte del campione, e quasi tutte le ricerche si sono svolte tra Italia, Regno Unito e Stati Uniti. Gli studiosi di Cochrane si erano posti l’obiettivo di verificare il numero di persone che riuscivano a non fumare più per almeno 180 giorni; al tempo stesso si voleva capire quanti individui, a distanza di una settimana dall’inizio dell’utilizzo della sigaretta elettronica, manifestassero degli effetti collaterali.

Ebbene, come si è accennato l’evidenza di maggior rilievo riguarda il fatto che i
tassi di cessazione sono risultati più alti tra coloro che adottano le sigaretta elettroniche rispetto a chi ha intrapreso terapie sostitutive a base di altri surrogati della nicotina (spray, cerotti, chewing gum ecc.): una constatazione che si basa su un grado di certezza elevata.

Come viene fatto notare dalla revisione, in termini assoluti le sigarette elettroniche permettono a 4 fumatori su 100 di dire addio alle bionde. Tra i due gruppi coinvolti nella ricerca sono stati riscontrati effetti collaterali simili, con una incidenza molto ridotta degli effetti collaterali gravi. Si delinea una moderata certezza a proposito del fatto che l’utilizzo delle e-cig con nicotina garantisca una maggiore efficacia, in confronto a quelle prive di nicotina, rispetto all’addio al fumo: potrebbero smettere ben 7 persone su 100 in più.

La qualità degli studi non ottimali ha fatto sì che sia più basso il grado di certezza a proposito del confronto tra l’adozione della e-cig con nicotina e la mancanza di sostegno comportamentale alla cessazione. La sigaretta elettronica viene ritenuta più efficace, ma si parla, appunto, di un grado di certezza molto basso.

Tali risultati sono stati poi confermati dai dati ottenuti con gli studi non randomizzati. Il mal di testa, la nausea, la tosse, l’irritazione della bocca e l’irritazione della gola sono gli effetti collaterali che vengono riportati dagli utenti dei dispositivi per svapare più di frequente: essi in ogni caso tendono a sparire con l’utilizzo.

Redazione Nurse Times

Fonte: SaluteLab

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