Il presidente dell'Enpapi, intervistato nella rubrica "Faccia a faccia" del nostro giornale, ha puntato il dito contro gli intermediari
ROMA – Il popolo delle partite Iva cresce anche nel mondo infermieristico.
Fenomeno che, però, ha una sua doppia lettura; perché se da una parte cresce la consapevolezza, anche da parte degli infermieri di essere liberi professionisti e quindi pronti a mettersi sul mercato, dall’altra l’apertura della partiva iva, da parte dei nei laureati, è quasi una necessità o, per dirla con le parole del presidente dell’Enpapi, Mario Schiavon, una sorta di sondaggio: “per vedere se si trova qualcosa da fare. E questo è abbastanza triste – aggiunge immediatamente il numero uno dell’Ente di previdenza per la professione infermieristica – perché noi dovremmo dare una speranza diversa ai nostri giovani”.
La crescita delle partite iva tra gli infermieri è uno degli argomenti affrontati nello speciale “Faccia a faccia” realizzato da Nurse Times con Mario Schiavon (VEDI) .
Tema di stringente attualità e per certi aspetti anche da maneggiare con cura.
“Alle strutture pubbliche – dichiara il presidente dell’Enpapi – in questo momento conviene dare lavoro a chi è in possesso della partita iva perché c’è una registrazione contabile diversa rispetto al rapporto di dipendenza. Le esternalizzazioni, ad esempio, hanno questo tipo di motivazioni”.
Poi è anche vero che i neo laureati in infermieristica aprono una partita iva per concedersi qualche chances in più sul mercato del lavoro.
Infine c’è la parte più antipatica della vicenda: gli intermediari (le cooperative soprattutto) che sfruttano gli infermieri neo laureati, proponendo rapporti di lavoro con la partita iva, ma utilizzandoli come veri e propri dipendenti.
Una sorta di filiera da spezzare, un sottobosco da far emergere. “Nella commissione paritetica tra Enpapi e Federazione Ipasvi, – conclude Schiavon – stiamo lavorando in questa direzione perché cambi il sistema del mercato del lavoro e dello sfruttamento che molti intermediari fanno dei nostri giovani”.
Salvatore Petrarolo
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