Santorso (Vicenza), “Servono infermieri, ma l’Ulss 7 non ha indetto il concorso”

La denuncia è di due consiglieri comunali di Schio, che si chiedono come sia possibile affrontare una seconda ondata di coronavirus con l’attuale carenza di personale.

“A Santorso (Vicenza, ndr) non è stato indetto il concorso per assumere infermieri. Avrebbero dovuto fare nuove assunzioni già a luglio per formare il personale in tempo, visto che l’emergenza per la seconda ondata di Covid era stata largamente preannunciata”. La denuncia arriva da Carlo Cunegato e Giorgio De Zen, consiglieri comunali di Schio.

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“Come si potrà affrontare un periodo così difficile in questo modo? – proseguono –. Come possiamo rispondere con quattro operatori su 18 nel Dipartimento di Prevenzione? Così il tracciamento e la sorveglianza attiva risultano difficili. E come possiamo rispondere al bisogno di attivare il reparto di Terapia semintensiva, quando ci vorrebbe un infermiere ogni quattro pazienti, e invece adesso ce ne sono quattro per 40?”.

Cunegato e De Zen spiegano la situazione: “A Santorso non arriveranno nuovi infermieri perché la Ulss 7 non ha indetto il concorso. La nostra Ulss non si è attivata con concorsi a tempo determinato e chiamate a quello a tempo indeterminato già utilizzabile. Il personale utilizzato per l’emergenza Covid viene tolto dagli altri reparti di assistenza. Senza aiuti, quindi, anche gli altri servizi vengono indeboliti. A luglio la Regione ha deliberato la possibilità di assumere 108 professionisti sanitar, soprattutto infermieri, a tempo indeterminato per affrontare l’emergenza Covid. Questo avrebbe sicuramente reso più agevole affrontare l’emergenza, ma non è stato fatto. Come possiamo, proprio in questo momento, aver rinunciato ad un indispensabile supporto di personale?”

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E ancora: A Santorso, in meno di due settimane, siamo passati da una decina di persone ricoverate a più di 33, di cui almeno tre in Terapia intensiva. Se la progressione dei contagi continuerà in questo modo, in poche settimane potremmo avere l’ospedale pieno, e non si conosce la destinazione dei ricoverati non-Covid 19. Il personale sanitario non ha ancora dimenticato lo sforzo eroico messo in campo durante la prima ondata, quando la trasformazione in ospedale Covid ha spesso obbligato anche i medici a improvvisarsi anestesisti o pneumologi, con turni massacranti. Non possiamo essere sicuri che saranno in grado di sottoporsi nuovamente a uno sforzo del genere”.

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