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Sanremo. Quando un’infermiera fa la differenza tra la vita e la morte

Una infermiera ha immediatamente soccorso un uomo colpito da infarto, salvandogli la vita. È accaduto al comando della polizia municipale di Sanremo, mentre erano entrambi in coda per pagare una multa.

Siamo al comando di polizia municipale di Sanremo. È il primo pomeriggio e allo sportello c’è una coda interminabile. Tra le persone in attesa c’è lei, Carla, 55 anni, Coordinatore Infermieristico del reparto di Rianimazione dell’ospedale Borea di Sanremo.

È lì per pagare una multa con decurtazione dei punti ed il suo umore, comprensibilmente, non è dei migliori. Glielo si legge in viso. Mentre aspetta, incontra un vigile della sua zona e che conosce da quando era bambina, così ci scambia qualche parola: come stai, famiglia, lavoro, crisi… le solite cose. Ad un certo punto, però, accade qualcosa che attira l’attenzione dell’infermiera. Entra un signore sulla cinquantina, visibilmente affannato. È pallido, il suo viso è sofferente, sembra confuso.

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La professionista sanitaria che è in lei, che coordina un reparto di area critica, mentre chiacchiera non riesce a distogliere lo sguardo da quel signore. Che a un certo punto porta le mani al petto e si accascia. Carla capisce subito cosa sta succedendo: si tratta di un probabile infarto. E bisogna intervenire tempestivamente per attivare la ‘Catena della sopravvivenza’. Abbandona subito il suo interlocutore e si precipita verso l’uomo a terra, che è ormai incosciente.

Fa allertare immediatamente i soccorsi, posiziona supino ed allineato quello che a quel punto è un ‘suo’ paziente, gli rimuove le protesi dentarie dalla bocca e, non sentendo il polso, chiede a gran voce di portarle un defibrillatore (presente) ed inizia a praticargli il massaggio cardiaco esterno. In poco tempo è arrivata l’ambulanza di Sanremo Soccorso, con il medico e l’infermiere del 118 a bordo, che hanno proseguito le manovre di rianimazione per poi accompagnare il paziente al pronto soccorso in codice rosso. Le sue condizioni sono ora gravi, non ha ancora ripreso conoscenza, ma è fuori pericolo. È ricoverato proprio nel reparto di Rianimazione del Borea, dove lavora la Filippi che dichiara: “Lo sto seguendo e spero che si possa riprendere presto”.

Di fatto… con le sue competenze, con la sua esperienza, e con la sua fredda e tempestiva lucidità in quelle fasi di valutazione/azione cui è abituata da tanti anni, Carla ha salvato la vita di quel signore sfortunato. Sfortunato ma che allo stesso tempo ha avuto la grande fortuna di trovare sulla sua strada, in quel preciso momento della sua vita, una professionista dell’aiuto in grado di dare nome e cognome ad una situazione particolarmente grave; e che è stata capace di agire. Un semplice caso? Forse no, almeno secondo la protagonista della vicenda:

“Credo nella provvidenza. Mio marito, per questo motivo, mi prende in giro, ma questa volta si è dovuto ricredere. Se non avessi preso quella multa non sarei stata lì in quel momento e non avrei potuto soccorrere quella persona”.

Provvidenza o meno… il tuo ‘saper essere’ ed il tuo ‘saper fare’ hanno salvato una vita anche quando non eri nella tua Rianimazione, Carla. Forse nessuno ti ringrazierà mai, e magari i tuoi meriti se li prenderà davvero la provvidenza o chi per lei. Ma la realtà dei fatti ci dice che lì c’eri tu.

E sei stata tu, infermiera, a fare la differenza tra la vita e la morte. 

Complimenti.

Alessio Biondino

Fonte: La Stampa

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