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Sanità, infermieri Nursing Up: Bene il Ddl Antiviolenza, ora presidi di sorveglianza h24, corsi di autodifesa e le Asl parte civile nei processi contro gli aggressori

Roma, 26 sett. – “È necessario introdurre la denuncia d’ufficio da parte degli enti sanitari, che devono costituirsi parte civile nei procedimenti penali a carico degli aggressori. Ogni azienda deve fornire una copertura assicurativa al personale a proprio carico, attraverso polizze per assistenza legale. Auspichiamo che a latere del Ddl n.867 si adottino provvedimenti, anche di natura regolamentare, prevedendo interventi concreti di controllo della violenza nei luoghi di lavoro: interventi che si calino nel pragmatismo organizzativo degli enti come l’individuazione di servizi di sorveglianza attivi 24 ore su 24, prevedendo anche l’obbligo di denunciare d’ufficio le aggressioni. Perché il diritto all’incolumità personale va tutelato in primis nella concretezza dell’agire quotidiano, e parallelamente, questo sì, creando Osservatori e inasprendo le pene che l’ordinamento prevede per punire in maniera rigorosa l’odioso fenomeno delle aggressioni al personale sanitario che ha ormai raggiunto livelli altissimi di incidenza”.

Così il presidente Nursing Up Antonio De Palma commenta l’approvazione all’unanimità in Senato del Ddl cd Antiviolenza.

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Il Nursing Up accoglie con favore l’approvazione in Senato del Ddl dal titolo ‘Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni’, del quale sollecita l’iter di approvazione anche alla Camera.

Ma chiede più coraggio alla politica, oltre al legittimo coinvolgimento delle parti sociali all’interno dell’Osservatorio previsto nel Disegno di legge. “La violenza sul personale sanitario è una  tragica realtà, non basta acuire le pene poste a presidio del diritto all’incolumità, le Asl e gli ospedali – ribadisce De Palma – devono individuare modalità idonee a garantire la fattuale salvaguardia dell’incolumità fisica degli infermieri che prestano pubblico servizio, perché ormai le violenze non rappresentano più un’eccezione e molto spesso i cittadini, esasperati dal un sistema che non funziona, individuano nei professionisti sanitari e nei medici i responsabili di questa situazione”. 

La realtà emergenziale delle aggressioni al personale sanitario va peraltro inserito all’interno di un quadro più generale di allarme dovuto alla carenza di infermieri. Un allarme che il Nursing Up ha lanciato già nel 2018. Visto il trend del blocco decennale del turnover e il fabbisogno di professionisti, calcoliamo per il 2021 una carenza di circa 64.000 infermieri. Una situazione che si è aggravata ulteriormente con Quota 100. Mancano all’appello circa 75.000 infermieri e chi ne fa le spese è il SSN universalistico. “Oltre l’80% degli infermieri – conclude De Palma – ha subito violenze ed è solo la punta dell’iceberg: il fenomeno delle aggressioni al personale sanitario ha assunto dimensioni inaccettabili”. 

Per comprenderne a fondo tipologia diffusione e caratteristiche, il Nursing Up ha condotto un’indagine sul territorio nazionale autorizzata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, i cui risultati saranno resi noti il 16 ottobre durante un evento di portata internazionale che si svolgerà a Roma, il Symposium ‘Workplace violence in the Health sector Survey Questionnaire del World Health Organization – Onu Rapporto Italia’, presso la Sala Capitolare del Chiostro di Santa Maria sopra Minerva. Il convegno tratterà la materia delle violenze con focus sui feed back forniti dai professionisti sanitari che hanno partecipato alla Survey, illustrando i dati emersi al panel delle autorità istituzionali e scientifiche, e ai rappresentanti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, con lo scopo di arrivare a definire e proporre gli strumenti per fronteggiare il fenomeno con efficacia.

Redazione Nurse Times

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