Salvarsi dall’infarto quando si è soli? …si può!

E’ il singolare titolo di un articolo apparso su Grossetooggi.net, durante le mie ricerche su internet, a focalizzare la mia l’attenzione: “Per salvarsi dall’infarto quando ci si trova da soli: importante suggerimento”.

Tutti noi infermieri, e chiunque abbia superato il corso di BLSD, conosce benissimo il protocollo di intervento in un paziente, in arresto cardiaco. Ma la domanda sorge spontanea, quando siamo noi la vittima, sappiamo come comportarci?

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L’ignoto autore (diffidate dagli articoli dove nessuno si firma) afferma che una persona con infarto in corso ha solo 10 secondi prima di perdere conoscenza. Tuttavia, queste vittime possono aiutare se stessi tossendo ripetutamente e vigorosamente. Un respiro e un colpo di tosse deve essere ripetuto ogni due secondi senza fermarsi fino a quando si sente che il cuore batte normalmente.

La notizia è pazzesca, non solo per la mancanza di contenuti scientifici, ma per la pericolosità di certi suggerimenti. Personalmente lavorando in cardiochirurgia non potevi esimermi dal commentare tale assurdità. Quindi vorrei che si facesse chiarezza sull’argomento e vorrei che ognuno di voi intervenisse ogni qualvolta leggesse queste idiozie.

Il dolore è il segno principale, definito angina pectoris, generalmente retrosternale, di tipo costrittivo o oppressivo, irradiato verso il collo, la mandibola, le braccia, il dorso, di intensità variabile, di durata limitata (inferiore a 15-20 minuti).

Innanzitutto non è detto che l’infarto porti necessariamente all’arresto cardiaco, il tossire potrebbe trasformare un leggero attacco cardiaco, in un’aritmia cardiaca letale.

Anche se il primo istinto è quello di respirare velocemente, la cosa migliore per garantire un’ossigenazione continua e per abbassare il battito cardiaco, è quella di respirare lentamente.

La primissima cosa da fare sospettando un infarto, è chiamare il 118, l’operatore vi darà tutti le indicazioni per via telefonica, e contemporaneamente, un ambulanza sarà da voi entro 5 minuti.

Masticare un aspirina (massimo 300mg), se ovviamente non siete allergici, o ci sia qualche controindicazione del vostro medico. L’aspirina inibisce l’azione delle piastrine e quindi la formazione di coaguli, in questo modo si può ritardare l’occlusione delle coronarie.

Mettersi in contatto con qualcuno, solo se gli operatori del 118 vi danno l’autorizzazione a chiudere la telefonata con loro. Non bisogna prendere iniziative, cioè guidare o farsi trasportare in ospedale senza l’autorizzazione del 118.

Restare calmi, per quanto possibile. Farsi prendere dal panico può solo peggiorare la situazione.

Nella speranza di aver fatto chiarezza in merito, faccio un appello a tutti i cittadini, ponderate bene gli articoli che leggete, affidatevi sempre a siti scientifici che abbiano un autore che sia infermiere o medico.

Michele Fighera

Redazione Nurse Times

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