RSA, sistema di organizzazione vecchio di oltre vent’anni

Il medico e deputato del Gruppo Misto Fabiola Bologna ha chiesto al Ministro della Salute Speranza un percorso che porti le RSA ad entrare in una articolazione della rete territoriale che risponda alle nuove esigenze di residenzialità.

«Ho presentato una Interrogazione al Ministero della Salute chiedendo quali iniziative intendesse intraprendere, nel rispetto delle competenze territoriali in materia, per sollecitare i sistemi di Welfare regionali ad avviare un percorso che porti le RSA ad entrare in una articolazione della rete territoriale che risponda alle nuove esigenze di residenzialità, alle nuove competenze e alla necessità di un coordinamento con il sistema per garantire di adattarsi ai bisogni dei cittadini nella assistenza ordinaria e nell’emergenza secondo standard di qualità e di efficienza uniformi su tutto il territorio nazionale» ha detto in una nota pubblicata su “Sanità Informazione” Fabiola Bologna.

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L’emergenza coronavirus ha portato alla luce la fragilità della organizzazione della rete assistenziale territoriale

. Lo si è notato anche dal numero di vittime delle RSA a partire dalle regioni più colpite, come lo è stata la Lombardia.

«Le Rsa – continua – hanno pagato un prezzo alto perché la rete territoriale non era organizzata per affrontare l’emergenza. Le RSA devono garantire flessibilità nelle proposte: aiuti domiciliari, di varia tipologia e intensità, centri diurni, sostegni ai familiari, supporti al lavoro privato di cura, quello svolto dalle badanti, proposte per l’invecchiamento attivo. Ma per questo occorre cambiare radicalmente anche il sistema di organizzazione e finanziamento ingessato e vecchio di oltre vent’anni, che ha reso sempre più precaria la qualità delle cure, ha incentivato poco la formazione professionale e la valorizzazione delle competenze e non ha permesso l’apertura delle residenze verso il contesto che le circonda e verso la domanda legata ai nuovi bisogni dell’anziano».

Redazione Nurse Times

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