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Roma, Ospedale Sant’Andrea: Pronto Soccorso o lungodegenza?

Il pronto soccorso di uno dei più grandi ospedali della capitale, il Sant’Andrea, appare da mesi come un affollatissimo reparto di lungodegenza. Dove il rispetto delle più elementari norme di sicurezza sembra un optional. E dove la qualità dell’assistenza sembra assomigliare a uno sbiadito ricordo perso nei meandri del tempo. Le telecamere di Striscia la Notizia hanno documentato il tutto.

L’Azienda Ospedaliera Sant’Andrea è una delle realtà sanitarie più importanti di Roma. Al suo interno, “circa 1.500 persone tra ospedalieri e universitari lavorano quotidianamente per garantire la migliore assistenza ai cittadini, promuovendo la tutela della salute pubblica e concorrendo a formare i professionisti della salute di domani”. Questo almeno è ciò che è riportato sul sito dell’azienda. Quello che hanno documentato in questi mesi le telecamere di Striscia La Notizia, però, sembra avere ben poco a che fare con concetti come “la migliore assistenza ai cittadini”.

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Jimmy Ghione, nel servizio andato in onda il 10 marzo, ha infatti descritto una situazione insostenibile, che da settimane paralizza e di fatto fa assomigliare ad una sorta di reparto di lungodegenza il pronto soccorso del nosocomio. Pronto Soccorso che, lo ricordiamo, non è un reparto di degenza e dovrebbe occuparsi solo di urgenze ed emergenze.

Striscia ha mostrato al dettaglio la criticità della situazione: corridoi affollati di lettighe e barelle con persone anziane che le occupano da giorni. Quasi una settimana, per una nonnina di 96 anni. Addirittura dieci giorni, per un’altra signora! Nessun tipo di privacy per i pazienti: uomini, donne, bambini e soprattutto anziani parcheggiati in ogni dove, anche negli spazi più angusti, attaccati gli uni agli altri. Anche dove non dovrebbero essere, in barba alle più elementari norme di sicurezza; come ad esempio davanti ai quadri elettrici ed agli estintori, verso cui dovrebbe essere sempre lasciato libero il passaggio. Gli infermieri, poi… Tutti di corsa, in lotta contro il tempo per le molte cose da fare.

“Ci sarebbe da fotografarlo ed inviarlo a Striscia la notizia”, sussurra una signora sconsolata, non sapendo che le telecamere (nascoste) del TG satirico di Canale 5 stanno già facendo il loro dovere. E poi le barelle… Tutte quelle barelle ‘impegnate’ in giro per i corridoi che significano ambulanze ferme ad aspettare (invano) il loro ritorno per poter ripartire a svolgere il servizio 118. Ritorno che a volte è molto lontano nel tempo. Anche 12 ore, come afferma un soccorritore in attesa di poter riprendere a lavorare.

Queste le parole del Dott. Lorenzo Sommella, direttore sanitario della struttura, intervistato da Ghione: “Il pronto soccorso è carente e le persone sostano sulle barelle perché l’ospedale non riesce ad assorbire tutti i pazienti che devono essere ricoverati. Soprattutto i pazienti medici, più che quelli chirurgici. C’è bisogno che comunque il sistema ci dia una mano. Abbiamo bisogno della possibilità di inviare ad altre strutture quei pazienti che magari hanno minore criticità o sono stati stabilizzati”.

Speriamo che il ‘sistema’ intervenga per risolvere questa drammatica situazione, che vede una delle strutture d’eccellenza della Regione Lazio in ginocchio. L’ennesima.

Alessio Biondino

Il servizio di Striscia La Notizia:

www.striscialanotizia.mediaset.it

Redazione Nurse Times

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