Ritardato clampaggio del cordone ombelicale, rischi e benefici

Il ritardato clampaggio del cordone ombelicale è una pratica di cui si sa ancora relativamente poco, ma che viene sempre più utilizzata nel mondo

 

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Il cordone ombelicale lega indissolubilmente madre e bambino durante la gestazione, fornendogli fino alla nascita nutrimento e cellule preziose, come le cellule staminali, i globuli rossi e i linfociti, che gli serviranno per combattere malattie ed infezioni.

Tuttavia, la pratica comune è quella di tagliare rapidamente il cordone ombelicale, stoppando il flusso di questa fonte di cellule così preziose al momento della nascita. Di recente, ci sono stati diversi studi che hanno dimostrato quali siano i benefici, per il nascituro, del ritardato clampaggio del cordone ombelicale.

Secondo alcuni studi un paio di minuti supplementari attaccati al cordone ombelicale, alla nascita, possono tradursi in una spinta nello sviluppo neurologico per il bambino fino a qualche anno dopo.

Nei bambini in cui il cordone ombelicale è stato clampato più di tre minuti dopo la nascita, sono state riscontrate abilità sociali e capacità motorie migliori rispetto ai bambini a cui il cordone ombelicale è stato tagliato entro 10 secondi dalla nascita stessa.

Uno studio svedese, tuttavia, smentisce quanto fin qui affermato. I ricercatori hanno assegnato in modo casuale metà dei 263 neonati al gruppo a cui è stato clampato tardivamente il cordone ombelicale. All’altra metà dei neonati è stato clampato il cordone ombelicale dopo 10 secondi dalla nascita.

Quattro anni dopo, i bambini sono stati sottoposti a un follow-up che ha dimostrato che non vi erano sostanziali vantaggi in termini di quoziente intellettivo (IQ) degli uni rispetto agli altri.

Il Dottor Heike Rabe, neonatologo dell’Ospedale di Brighton & Sussex, nel Regno Unito, afferma che “c’è una crescente evidenza, data da un sempre maggior numero di studi pubblicati, che tutti i neonati, sia quelli nati a termine che quelli nati pretermine, beneficiano dal ricevere sangue extra dalla placenta alla nascita

”.

Ritardando il clampaggio del cordone ombelicale si è visto che è possibile trasferire più sangue dalla placenta al neonato subito dopo la nascita, e questo favorisce il deposito di ferro nel nascituro che è importante per uno sviluppo cerebrale fisiologico.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), del resto, già nel 2012 ha pubblicato delle Linee Guida e delle Raccomandazioni sul ritardato clampaggio del cordone ombelicale.

Nella fattispecie, le indicazioni al ritardato clampaggio, per almeno un minuto dopo la nascita, vengono suggerite per migliorare le prestazioni infantili e migliorare gli aspetti nutrizionali nei neonati che non necessitino di ventilazione assistita.

Per la prevenzione e il trattamento dell’emorragia postpartum, la stessa OMS raccomanda oltre ad un inizio precoce delle manovre assistenziali di supporto, di clampare il cordone ombelicale da 1-3 minuti dopo la nascita.

Nonostante i benefici di cui si è appena parlato non tutti i ginecologi e le ostetriche approvano questa pratica, difatti alcuni studi hanno dimostrato nei nascituri un rischio maggiore di soffrire di ittero.

Un altro rischio potenziale è una condizione chiamata policitemia, che secondo il Dottor Scott Lorch, Professore Associato di Pediatria presso l’Università di Pennsylvania Perelman School of Medicine “può avere conseguenze mediche per il neonato, tra cui la la formazione di coaguli di sangue e distress respiratorio”.

Secondo il Dottor Rabe, tuttavia, anche i neonati con problemi respiratori, che sono esclusi da questa pratica secondo le Raccomandazioni dell’OMS, possono trarne ugualmente giovamento poiché hanno spesso bisogno di un volume maggiore di sangue per sostenere la pressione sanguigna e supportare la respirazione e la circolazione.

 

Rosaria Palermo

www.who.int

nursingcrib.com

 

 

Rosaria Palermo

Infermiera dal 1994. Attualmente, infermiera specialista del rischio infettivo presso l'ARNAS Garibaldi di Catania. Ho una laurea magistrale e due Master, uno in Coordinamento e l'altro in Management del rischio infettivo. Faccio parte del Direttivo di ANIPIO (Società Scientifica degli Infermieri Specialisti del Rischio Infettivo) dal 2016. Penso che lo scatto nella nostra professione debba essere culturale, prima di ogni cosa. Nelson Mandela diceva che la conoscenza è l'arma più potente di cui gli esseri umani dispongano, ed è ciò che permetterà alla nostra professione di ritagliarsi gli spazi che le competono.

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