Dal prossimo anno, ci sarà una rivoluzione per la responsabilità del medico, e quindi la possibilità di rivalersi su eventuali errori sanitari, ma anche nella scelta dei massimi dirigenti delle ASL, i Direttori generali: meno discrezionalità da parte della politica.
Ogni mille dimissioni due pazienti (o le loro famiglie) intraprendono una causa legale nei confronti della struttura sanitaria soprattutto per lesioni personali: in media ci vogliono quasi 5 anni, tra la presentazione di una vertenza giudiziaria e la pronuncia di un magistrato, in media il risarcimento si aggira sui 50mila euro; 15mila le nuove cause ogni anno.
Questi i dati dell’ultimo rapporto dell’Age.na.s., l’Agenzia che si occupa dei servizi sanitari: ma dal prossimo anno molto potrebbe ancora cambiare. Innanzitutto per quanto concerne la possibilità stessa di fare causa: non più 10, ma 5 anni dalla scoperta dell’eventuale “malpractice”, cattiva pratica medica.
E poi l’inversione della prova: oggi basta denunciare di aver subito un caso di “malasanità” e tocca al medico discolparsi.
Dal prossimo anno, se verrà approvato il progetto già licenziato in Commissione, toccherà a chi denuncia indicare i passaggi dell’errore medico. E se lo specialista si è attenuto alle Linee Guida certificate, malgrado un esito negativo potrà comunque farla franca.
Inutile dire che questa indicazione ha scatenato le proteste delle associazioni dei malati e creato un problema di identificazione di quali linee guida siano da prendere in considerazioni: del Ministero? O dell’Istituto Superiore di Sanità? O delle Società Scientifiche?
Un’altra rivoluzione, da tempo annunciata, è il ritorno all’Albo unico nazionale da cui pescare i nomi dei Direttori Generali delle ASL e degli Ospedali: esisteva fino al 1994, poi la competenza, ed assoluta discrezionalità, è passata alle Regioni, coi risultati non sempre brillanti sotto gli occhi di tutti.
I Governatori o i loro Assessori alla Sanità avranno sempre la libertà di scelta, ma dovranno farlo all’interno di questo Albo in cui si potrà accedere per titoli, esperienza acquisita in almeno 5 anni di gestione della sanità, e da cui si può essere cancellati, se non si raggiungono i risultati che saranno valutati ogni due anni da una apposita commissione regionale.
Scupola Giovanni Maria
Fonte: www.rainews.it
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