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Regione Sicilia: riceve 40 milioni dai fondi europei ma non attiva la formazione di Oss

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di Maurizio Cirignotta, Dirigente Sindacale FSI-CNI che denuncia la mancata attivazione dei corsi formativi per O.S.S. in Sicilia che aveva ricevuto 40 milioni di Fondi europei.
Formazione. I siciliani aspettano, dove sono finiti i 40 milioni di Fondi europei previsti dall’avviso 18 per formare gli Operatori socio sanitari? Un pasticcio inizia all’Asp 3con una graduatoria per Oss non valida. Confusione o Malaffare?

Il Governo Regionale dopo la bufera della formazione in Sicilia degli anni scorsi, sceglie, con la Gazzetta Ufficiale dell’Ottobre 2014 n°46, di dare a tutti coloro che già si sono formati con vari enti di formazione, autorizzati dalla stessa Regione Siciliana, una validazione tutta regionalistica ai loro titoli, chiedendo un “obolo” di 1800 euro per l’ulteriore qualificazione nel profilo di Oss regionale e l’iscrizione ad un albo speciale. E’ la denuncia del Sindacato Fsi-Cni.

“Ci chiediamo – dichiara Calogero Coniglio, Segretario Regionale della Fsi-Cni Coordinamento Nazionale Infermieri aderente alla Federazione Sindacati Indipendenti – ma dove sono finiti i quaranta milioni di Fondi europei previsti dall’ avviso n.18 del 2011 che servivano per formare gli operatori socio-sanitari siciliani? Quando partiranno le procedure per selezionare cinquemila allievi che dovevano partecipare ai corsi di formazione per Oss e ottenere la qualifica gratuitamente? Questa figura, di supporto all’infermiere, è molto richiesta sul mercato del lavoro anche perché è prevista nelle piante organiche delle strutture sanitarie, garantisce buone possibilità di trovare un lavoro in tutto il territorio nazionale, consentirebbe a 2.500 giovani, su 5 mila formati, di trovare collocazione negli ospedali siciliani, l’obiettivo era quello di utilizzare il Fondo sociale europeo per favorire l’occupabilità formando operatori capaci di assistere pazienti senza autonomia psico-fisica da affiancare agli infermieri”.

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Il progetto di formazione, d’intesa tra l’assessorato alla Formazione e l’assessore regionale alla Salute, pubblicato nella G.u.r.s. del 26/08/2011, puntava a finanziare corsi per operatore socio-sanitario che, attraverso una formazione specifica di carattere teorico e tecnico-pratico”, avrebbe fornito agli operatori “la capacità di intervenire nelle situazioni di mancanza di autonomia psico-fisica dell’assistito, privilegiando l’attenzione alla persona ed erano arrivate richieste da 672 enti pronti a formare.

Un percorso che nasce dopo anni di buio legislativo di merito sulla professione di Oss nella Regione Siciliana, che nel lontano 22 febbraio 2001 firmò l’accordo-stato regione che dettava: «Accordo tra il Ministro della sanità, il Ministro per la solidarietà sociale e le regioni e province autonome di Trento e di Bolzano, per l’individuazione della figura e del relativo profilo professionale dell’operatore socio-sanitario e per la definizione dell’ordinamento didattico dei corsi di formazione».

Un profilo poi validato con la Gazzetta Ufficiale n. 91 del 19/04/2001 e concretizzato in molte regioni italiane attraverso una organizzazione formativa di riferimento al testo iniziale e nel rispetto delle disposizioni di legge in materia (decreto-legge 12/11/2001, n.402), recante disposizioni urgenti in materia di personale sanitario, convertito, con modificazioni, dalla (legge 8 gennaio 2002, n. 1).

Una norma che però non dà chiarezza sui titoli nazionali di Oss già acquisiti da molti siciliani in altre regioni e validi a livello nazionale. La norma, infatti, fornisce in merito solo due righe all’art.lo 3 dove recita: “Per l’inserimento nel suddetto albo di altri soggetti in possesso dell’attestato di qualifica di Operatore socio sanitario si rimanda a successivo provvedimento”.

Il Presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta nella trattativa del 4 giugno 2013 prese accordi con i sindacati promettendo la riapertura del procedimento sulla figura Oss, promessa mai mantenuta.

Non si capisce bene se per validare lo stesso titolo in Sicilia, già formalmente valido secondo l’accordo stato-regioni del 22/02/2001 a livello nazionale, occorra versare ed integrare la cospicua cifra di 1800 euro ed integrare la formazione con 180 ore di teoria e 240 ore di tirocinio. Dubbi ed ombre su un sistema normativo, quello oggi dettato dall’Assessorato alla salute della Regione Siciliana che sceglie per la formazione gli enti privati che naturalmente avranno lauti guadagni.

 “Ma la formazione pubblica  e gratuita , dov’è andata a finire? Una domanda che non può avere risposte in quanto dopo gli scandali milionari degli anni scorsi la recente norma decide solo di mettere un tetto al costo procapite “1800 euro” e pone l’obbligo di un corso di riqualificazione. Certamente una grande confusione visto che l’Asp 3 di Catania ha bandito nel marzo del 2015 una selezione di Oss da adibire alla Rems di Caltagirone con carattere di urgenza. Il bando nel dettaglio è chiaro e pone come titolo di partecipazione il corso Oss conseguito  secondo l’accordo stato-regioni del 22/02/2001. Ma allora questo titolo di Oss è valido solo al bisogno?”, si chiede Maurizio Cirignotta dirigente sindacale della Fsi-Cni ed Rsu all’Asp 3

Naturalmente la chiarezza in tutto questo è solo un optional e la graduatoria degli Operatori socio sanitari dell’Asp 3 di Catania non dovrebbe essere valida in quanto i titoli richiesti non sono validi in Sicilia e nessuno dei partecipanti è iscritto allo speciale albo richiesto dalla norma dell’assessorato. Alla fine della storia, inoltre, l’Assessorato ha dimenticato che molti dipendenti dell’Asp 3, sono stati riqualificati proprio dalla regione siciliana e con fondi pubblici, ma ad oggi sono al palo perchè non normalizzati nell’inquadramento contrattuale Bs che gli compete.

Occorre fare chiarezza sulla norma prodotta dall’assessorato con la G.u.r.s n° 46 del 31/10/2014 – continua Maurizio Cirignotta dirigente sindacale della Fsi-Cni ed Rsu all’Asp 3 – volendo sapere quali sono i titoli Oss validi per lavorare in Sicilia e chi si può iscrivere all’albo regionale. La proposta è quella di equiparare tutti i titoli Oss ottenuti secondo accordo Stato-Regioni del 2001, senza passare da un “pizzo” obbligato di 1800 euro, eventualmente si può prevedere solo un esame integrativo gratuito a domanda per tutti coloro che vorranno iscriversi all’albo regionale già indicato in gazzetta regionale. Rimarchiamo il fatto che sono molti i dubbi e poche le risposte che girano attorno alla figura degli Oss in Sicilia. Vogliamo dare a questa professione i giusti meriti ed allontanare ogni forma di business legato alla formazione in Sicilia”.

“Intanto in questi anni – conclude Coniglio  – mentre i corsi di formazione per  Oss in Sicilia non partivano sono stati erogati in tutta corsi non autorizzati e rilasciato attestati che la Regione non riconosceva e risultavano carta straccia. Il tutto a pagamento, con costi che oscillavano da 2 a 5 mila euro. Sono almeno tremila i siciliani beffati e, molto probabilmente, pure truffati, con l’aspettativa e prospettiva di trovare un lavoro, si sono visti rilasciare degli attestati poi non riconosciuti dalla regione perchè si sono rivelati fasulli”. “Molti siciliani, soprattutto coloro che non si possono permettere di pagarlo, aspettano la pubblicazione del bando, questo titolo, a cui si accede con il diploma di scuola media, darà buone probabilità di trovare lavoro a tantissimi giovani. Basti pensare che negli ospedali siciliani sono previsti 2.500 posti per Oss”.

Cordiali Saluti

Maurizio Cirignotta

Dirigente Sindacale FSI-CNI

Giuseppe Papagni

Nato a Bisceglie, nella sesta provincia pugliese, infermiere dal 94, fondatore del gruppo Facebook "infermiere professionista della salute", impegnato nella rappresentanza professionale, la sua passione per l'infermieristica vede la sua massima espressione nella realizzazione del progetto NurseTimes...

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