Reggio Calabria, infermiera spinta dalle scale. Lo sdegno di Cisl Fp: “Neanche la pandemia ha fermato le aggressioni”

L’aggressore era in coda per entrare al Polo Sanitario Reggio Sud. La collega ha riportato diverse ferite.

Un’infermiera in servizio al Polo sanitario Reggio Sud dell’Asp di Reggio Calabria è spinta giù dalle scale da una persona in coda, secondo le disposizioni anti-Covid, per entrare nell’edificio. Accompagnata fuori in sedia a rotelle, ha riportato diverse ferite ed è stato necessario l’immediato trasporto al Grande ospedale metropolitano per gli accertamenti del caso. Sul posto sono intervenute, oltre ai sanitari del 118, le forze dell’ordine per ricostruire l’accaduto.

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Ferma la condanna dell’episodio da parte di Vincenzo Sera e Katia Violi, rispettivamente segretario generale e responsabile del Coordinamento donne di Cisl Fp Reggio Calabria: “E’ inaccettabile il clima di ostilità che vivono i nostri operatori, impegnati con grande scrupolo e professionalità ad assicurare tutte le cure del caso ai pazienti. Siamo vicini alla nostra infermiera e a tutto il personale, che supporteremo e sosterremo in tutte le azioni nei confronti di chi usa la violenza sia verbale che fisica. Pretendiamo il massimo rispetto per chi opera al servizio del cittadino e saremo inflessibili nel perseguire i violenti in tutte le sedi competenti. Piena solidarietà e vicinanza al personale sanitario per ciò che è accaduto nei locali del Polo sanitario zona Sud, vittima di una aggressione da parte di un paziente. Una professionista appartenente a quel mondo della sanità che tutti abbiamo elogiato per l’impegno e la dedizione. Un fatto molto grave, soprattutto in un momento delicato come questo, di enorme difficoltà”.

Proseguono i due rappresentanti sindacali: “Evidentemente neanche la pandemia ha posto un argine alle violenze subite dal personale sanitario. Anche in tempo Covid, anche nel clima di grande sostegno verso i medici e gli infermieri e tutto il personale sanitario, gli episodi di violenza contro gli operatori sanitari, pur diradati nel tempo, continuano a verificarsi. Nel nostro Paese un infermiere su dieci ha subito violenze sul lavoro e il 4% è stato minacciato pesantemente. Non si tratta solo di aggressioni fisiche, ma anche verbali, che si sostanziano in comportamenti umilianti e mortificanti”.

E ancora: “L’emergenza Covid è un evento sanitario inaspettato ed eccezionale. E’ normale che nessuno fosse preparato a questa situazione. Non è esagerato equiparare questa pandemia a una vera e propria guerra, che deve vederci tutti in campo, gli uni per gli altri, e non gli uni contro gli altri. La carenza strutturale cronica delle nostre strutture ospedaliere, che non potevano essere modificate immediatamente, ha fatto sì che si ritardasse, in modo non colpevole, nel raggiungimento di uno standard di sicurezza di accesso a oggi ancora non del tutto risolta”.

Redazione Nurse Times

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