Ragazzi morti sulla Barletta-Andria: parole di conforto per i genitori da un infermiere del 118

Rilanciamo il post del collega e scrittore Rino Negrogno, pubblicato su Facebook dopo il drammatico incidente in cui hanno perso la vita tre giovani.

Ha scosso l’opinione pubblica, il terribile incidente avvenuto all’alba di ieri in Puglia, sulla Statale 170 Barletta-Andria, nel quale hanno perso la vita due 17enni e un 19enne. I tre ragazzi sono stati travolti da un furgone mentre percorrevano la strada extraurbana a bordo della stessa bicicletta elettrica, dopo una nottata trascorsa in compagnia di amici.

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Una vicenda drammatica, che vogliamo commentare con le parole di un post pubblicato su Facebook da Rino Negrogno, infermiere tranese del 118 e autore di ben quattro libri. Un post che prova a confortare i genitoi delle giovani vittime di incidenti stradali. Lo proponiamo di seguito.

Care mamme e cari papà,
mentre il sole rinasce imperterrito e con la stessa luce che ha illuminato la tragedia, mi vengono in mente queste inutili parole, inutili parole di un padre come voi, che ha soccorso, a volte riuscendovi, altre volte no, tanti ragazzi coinvolti negli incidenti stradali. E inutilmente, alla stessa ora del giorno prima, mentre voi sarete sicuramente svegli e distrutti, vi scrivo.

Loro vanno via senza accorgersi di nulla, dimenticano la tragedia, l’unica cosa che ricordano è la loro spensieratezza, la loro gioia, le loro risate, la loro incoscienza che anche noi abbiamo respirato e abbiamo dimenticato. Continuano a girovagare con la loro moto e non gliene importa nulla se non torneranno mai più. Sono felici. Il problema è vostro, che restate qui, in questo mondo di figli morti che nessuno può comprendere, nemmeno io che vi scrivo, dove non c’è luce, non c’è aria, non c’è via d’uscita. Loro no, stanno ancora ridendo della loro marachella, della loro festa con gli amici, della loro giovane età che si è fermata e resterà sempre tale, senza preoccupazioni, senza acciacchi.

Vedete quante stronzate vi scrivo? Spero solo che voi crediate in un Dio, e che vi sia un luogo dove questo Dio li abbia accolti senza fargli alcuna ramanzina, senza mostrargli il vostro dolore. Un luogo talmente fantastico, da visitare con un’altra moto nuova, così immenso da volercene, di tempo, prima di ritrovarsi. Care mamme e cari papà, non avete alcuna colpa, in questo mondo di figli morti che nessuno può comprendere, nemmeno io che vi scrivo queste parole inutili, solo un grande dolore da stringervi forte, anche se inutilmente.

Redazione Nurse Times

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