Quando la tua condanna a morte te la porti nel taschino, proprio accanto al cuore…

Vi proponiamo il post di Massimiliano Bellisario, medico di famiglia presso ATS Bergamo, medico di continuità assistenziale che in modo diretto esorta tutti  a smettere di fumare

Vi proponiamo il post di Massimiliano Bellisario, medico di famiglia presso ATS Bergamo, medico di continuità assistenziale che in modo diretto esorta tutti  a smettere di fumare

Quando la tua condanna a morte te la porti nel taschino, proprio accanto al cuore, e ci sei così affezionato da portartela pure nella TAC!

Il caso. Signore di 63 anni, fumatore da 30 “pack-year”, unità di misura per calcolare la gravità del fumo, data dalla moltiplicazione tra il numero di pacchetti al giorno e gli anni di fumo, quindi 30 PY sono 1 pacchetto al giorno per 30 anni, o 2 pacchetti per 15 anni, ecc.

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Il paziente si è deciso ad andare dal medico di famiglia dopo aver perso 10 kg in 2 mesi uniti ad una tosse continua. All’esame obiettivo mostrava un MV ridotto alla base di sinistra. Fa una radiografia del torace che mostra un’opacità, brutto segno. Si richiede subito una TC, che rivela una massa di 5,6 cm al polmone destro (freccia nera), quasi aderente alla parete toracica posteriore. Sì, è un tumore. Altre sezioni, non presenti in questa immagine, mostrano ingrandimento dei linfonodi vicini all’ilo polmonare (metastasi alla “porta” del polmone) e alla trachea, e addirittura un riassorbimento osseo a livello di due costole, la settima e l’ottava.

Il tumore che si mangia le ossa. Ironia della sorte: il signore si è sottoposto alla TC portando nel taschino della camicia un bel pacchetto di sigarette assieme all’accendino, li vedete in alto indicati dalle frecce bianche.

La biopsia e la broncoscopia hanno permesso di porre diagnosi di carcinoma polmonare a cellule squamose, un tragico stadio IV. Il paziente ha fatto chemio e radioterapia palliativa, ma è morto 1 anno dopo la diagnosi. 

A voi là fuori che fumate, cercherò di dirvelo nel modo più amichevole possibile: smettete, finché siete in tempo.

Se volete farlo ma avete paura di non riuscirci, chiedete aiuto al vostro Medico di Famiglia (esistiamo proprio per questo – a parte quei colleghi coglioni che fumano a loro volta) o rivolgetevi al più vicino Centro Anti-Fumo, l’Italia ne è piena. Se invece non volete smettere, se il sapore della sigaretta al mattino vi piace troppo e se non fumate poi non riuscite a cacare, beh… cazzi vostri. Anzi no, nemmeno quelli, visto che il fumo provoca anche l’impotenza.

 

Massimiliano Bellisario

Redazione Nurse Times

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