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Pantelleria, infermieri bloccati all’ospedale Nagar ben oltre la durata del contratto: non si trovano i sostituti

Il sindacato Nursind scende in campo al fianco degli interessati: “I lavoratori chiedono di poter continuare a lavorare vicino alle proprie famiglie”.

È un’autentica odissea quella che stanno vivendo 13 tra infermieri e operatori sanitari all’ospedale Nagar di Pantelleria, dove in base al contratto in esser avrebbero dovuto lavorare per due o tre anni al massimo. Invece sono bloccati sull’isola anche da sei anni perché non si trovano i sostituti. La continuità dei servizi e assistenziale è infatti garantita in parte dal personale residente o che ha scelto volontariamente il nosocomio, ma anche da una cospicua parte di lavoratori afferenti ad altri presidi dell’Asp Trapani.

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Già, perché mentre per la dirigenza medica e per le varie discipline specialistiche ciò avviene con cadenza mensile o bimestrale, a seconda dei turni e delle disponibilità, e con rimborso spese a carico dell’Azienda sanitaria, lo stesso non vale per gli infermieri e per gli operatori sanitari che prestano continuità assistenziale h24, dal momento che servono più unità per garantire il servizio.

Fino a poco tempo fa le risorse umane erano ricercate attraverso procedure concorsuali e di mobilità, con una tipologia di contratto blindato per almeno a due-tre anni, in modo da evitare carenze improvvise di personale. Negli ultimi anni, però, questo turnover è saltato e gli ultimi operatori sanitari sono rimasti in questa sede a oltranza. Una situazione paradossale, che gli interessati non sono più disposti ad accettare, sentendosi abbandonati dall’Asp e dalle istituzioni.

“Per noi è importante che l’ospedale non chiuda – dichiara Salvo Calamia, coordinatore regionale del sindacato Nursind, che ha sostenuto i lavoratori durante un sit-in da loro organizzato davanti al Nagar –, ma non è più tollerabile che questi lavoratori restino qui oltre il periodo blindato dal contratto, nel silenzio di tutti. In passato il turnover del personale è arrivato al massimo ogni due-tre anni. Stavolta abbiamo invece situazioni di stallo addirittura dal 2016, senza che sia stata proposta una data certa di risoluzione. I lavoratori chiedono di poter continuare a lavorare vicino alle proprie famiglie. Ad aggravare il tutto c’è anche l’annullamento dell’indennità di disagio, pari a 400 euro, che almeno permetteva di compensare le difficoltà economiche di chi vive per lavoro nell’isola”.

Le soluzioni proposte dal Nursind-Cgs all’Azienda? “Graduatorie e concorsi ad hoc, periodi di comando esclusivo per l’isola, turnover come i medici, anche in tempi dilazionati, e soprattutto ripristino del fondo disagio per compensare le spese. Se il personale fosse incentivato sia nei bandi sia economicamente, si garantirebbe una migliore assistenza ai pazienti e ai cittadini dell’isola, e allo stesso tempo sarebbero soddisfatte in buona parte le esigenze del personale. Questo nostro appello deve servire da stimolo, perché temiamo che la situazione possa aggravarsi”.

Redazione Nurse Times

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