Palermo, la triste storia dei macchinari abbandonati in ospedale

Sono autentici tesori dimenticati, quelli che gli ispettori della commissione sanità all’Ars hanno trovato al Civico e al Di Cristina. C’è anche una risonanza magnetica mai utilizzata.

Un reparto-fantasma costato 1,3 milioni di euro, pronto da un anno e mezzo ma chiuso. Un primario scelto due anni fa e mai chiamato in servizio. Una risonanza magnetica smontata e rimasta in un magazzino per un anno. Un’altra super macchina pediatrica acquistata nel 2017 per 500mila euro e mai partita. Con grande soddisfazione dei privati, che fanno affari d’oro, e meno dei pazienti, costretti a rivolgersi ad altre strutture o a emigrare oltre lo Stretto per un esame.

Sono i tesori dimenticati degli ospedali Civico e Di Cristina di Palermo, trovati dagli ispettori della commissione sanità all’Ars. Ieri, dopo due audizioni con i sindacati, hanno deciso di vedere coi propri occhi la situazione dell’azienda ospedaliera più grande della Sicilia, che in tre anni ha perso qualcosa come 61 milioni di euro. Un deficit certificato da Agenas (l’Agenzia ministeriale per i servizi sanitari), che ha chiesto al Civico un piano di rientro.

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Proprio per capire l’origine delle perdite la presidente della commissione Sanità, Margherita La Rocca Ruvolo, e i deputati Carmelo Pullara (Popolari e Autonomisti), Francesco Cappello e Giorgio Pasqua (M5S) sono andati in corsia. Mettendo il dito nelle piaghe aperte. Fra queste la Cardiochirurgia pediatrica, che deve nascere nei locali dell’ex reparto del Civico.

Chiusa da 10 anni per decisione dell’allora governo Lombardo, che spostò l’attività all’ospedale di Taormina, affidandola al Bambino Gesù di Roma, nel 2017 l’ex governatore Rosario Crocetta aveva annunciato la riapertura, confermata poi nella nuova rete ospedaliera targata Musumeci. L’ex manager dell’ospedale, Giovanni Migliore, ha avviato i lavori di ristrutturazione per 1,3 milioni di euro e ha scelto il nuovo primario: Sonia Albanese, 60 anni, chirurgo al Bambino Gesù. Peccato che la dottoressa non sia mai entrata in servizio. Il reparto è stato collaudato e arredato a dicembre del 2018. Ma manca il personale.

Il neo-manager Roberto Colletti ha detto agli ispettori che ci vorranno almeno altri 9 mesi: «Bisogna reclutare cardioanestesisti, perfusionisti, cardiochirurghi pediatrici e infermieri. Chiederemo alla vincitrice del concorso se è interessata ancora a venire». L’alternativa è rifare il concorso. «Non è possibile tenere chiuso il reparto. Bisogna fare convenzioni con altri ospedali per formare gli operatori e avviare le selezioni», tuona La Rocca.

Gli ispettori hanno chiesto spiegazioni anche sulle super macchine chiuse nei magazzini. Una è la risonanza magnetica pediatrica dell’ospedale dei bambini, acquistata due anni fa attraverso Consip per 500 mila euro, ma mai giunta a destinazione, nonostante gli annunci che si susseguono dal 2017. I lavori sono iniziati solo con la nuova gestione.

«Abbiamo avuto alcuni problemi tecnici, ma entro fine giugno la attiveremo», assicura il direttore generale dell’Azienda. Al quale spetta anche il compito di attivare la risonanza magnetica del Civico, smontata a maggio del 2018 dal Polo oncologico in attesa di essere rimontata in Neuroradiologia: «Anche questa sarà funzionante a fine giugno», sostiene il manager.

Nel frattempo gli esami sono stati eseguiti con l’unico macchinario rimasto e le prestazioni si sono dimezzate. Con un danno per le casse del Civico, ma anche della Regione, che continua a sborsare cifre astronomiche per i viaggi della speranza. «In due anni, solo al Di Cristina – dice la presidente della commissione –, si sono persi 18mila ricoveri, dei quali 6mila chirurgici. Abbiamo chiesto all’assessore una discontinuità nella scelta dei futuri direttori sanitario e amministrativo». Alla fine dell’ispezione, durata 5 ore, i deputati hanno chiesto al manager di mettere nero su bianco una strategia per risolvere i problemi. In arrivo ci sono nuovi tagli per compensare le perdite.

Redazione Nurse Times

Fonte: la Repubblica

 

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