Giornata storica per alcune Professioni Sanitarie e per gli Infermieri, e, in data 22 Dicembre 2017 (conversione in legge del Ddl 1324-b “Delega al Governo in materia di sperimentazione clinica di medicinali nonché disposizioni per il riordino delle professioni sanitarie e per la dirigenza sanitaria del ministero della Salute”)

La Professione Infermieristica consegue la trasformazione del proprio Collegio Professionale in Ordine, con la denominazione di F.N.O.P.I. (Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche), il più grande Ordine Professionale d’Italia!

Tackle durato decenni e che vede finalmente materializzarsi un riconoscimento istituzionale e la valorizzazione di ben 447 000 iscritti, dalla  funzione deontologica alla loro  partecipazione in maniera pro-attiva all’Ordine, alla lotta all’abusivismo (con pene più severe per i trasgressori).

Si profila anche un nuovo orizzonte per la questione crediti formativi, in quanto alla luce delle nuove riforme legislative  il Professionista Sanitario è chiamato all’aggiornamento continuo e a caratterizzare il proprio operato secondo i criteri suggeriti dalle linee guida e protocolli, performando (tanto le linee guida quanto i portocolli) al contesto operativo contingente.

Ma, a ben vedere dall’eccellente traguardo, nascono diversi punti di riflessione: in primis il riconoscimento pecuniario della Professione, caratterizzata da stipendi, emolumenti e spettanze mensili esigue e, sicuramente, non adeguate al livello di preparazione e responsabilità degli esercenti la Professione Infermieristica.

Amarezza fruibile a 360°, partendo dalle Unità Operative sino ai diversi mezzi di comunicazione e divulgazione del lieto evento, in cui sono fatte legittime osservazioni circa l’adeguamento degli stipendi

ed altri innati –ed irrisolti- dilemmi dell’Infermieristica Italiana.

La Professione in questo periodo storico fa i conti con altre piaghe, degne di nota ed atittudini risolutive come il fenomeno del demansionamento e del precariato!

Temi caldi che l’Ordine dovrebbe avere come cavalli di battaglia per avanzare ulteriori steps di crescita e riconoscimento della dignità professionale degli operatori.

L’esultanza è tanta, ma non bisogna dimenticare il malcontento dei migliaia di Colleghi che  quotidianamente affrontano sconfitti il proprio turno di servizio per  diritti non riconosciuti, carenze croniche di organico e turni massacranti, scarsa autonomia e insufficienza di strumenti di tutela che ne favoriscano tranquillità e serenità sul luogo di lavoro (tanto da dipendenti quanto da liberi professionisti).

I Rappresentanti locali dell’Ordine e i Rappresentanti dei Tavoli Centrali non possono rimanere sordi o indifferenti alle problematiche, sicuramente non dileguatesi con la “Medaglia” del 22/12/2017. Cosi come le sigle sindacali di categoria, non possono lasciar ai soli Ordini Professionali gli oneri di combattere, esporsi e  sottoscrivere tutele, collaborando all’unisono per la Professione, accanto alla Professione, per un futuro più dignitoso della Professione.

La gioia al traguardo è palese, ma il rovescio della medaglia suggerisce un enorme lavoro PER TUTTI , da chi è stato eletto nel prossimo triennio 2018/2020, a chi rappresenta e garantisce i diritti dei lavoratori

CALABRESE Michele