Il Consiglio di Stato, il prossimo 31 maggio, esaminerà la sospensiva del commissariamento dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Milano, Lodi, Monza e Brianza. Il ricorso proposto da Giovanni Muttillo (foto), presidente uscente dell’Opi lombardo, con il patrocinio dello Studio Legale Fantigrossi, contro il commissariamento disposto dal ministero della Salute, dopo un primo passaggio al Tar di Milano, il quale ha dapprima adottato un decreto presidenziale favorevole al ricorrente e poi il 10 maggio lo ha annullato in seduta collegiale, è stato immediatamente portato all’esame del Consiglio di Stato.
Ieri il presidente della terza sezione, Franco Frattini, ha adottato il decreto n. 2123/2018 con il quale:
– Non ha disposto la sospensiva immediata monocratica, mancando ancora la costituzione del ministero e, quindi, rilevando allo stato il difetto di contraddittorio.
– Ha fissato per l’esame collegiale della sospensiva l’udienza del 31 maggio prossimo.
– Ha “considerato che l’assemblea elettiva si terrà in base alla convocazione effettuata dal presidente uscente”, rilevando che, ove emergesse l’applicabilità della normativa transitoria posta dalla Riforma (Legge n. 3/2018), vi sarebbe la possibilità del Consiglio disciolto di reinsediarsi prima della data dell’assemblea, “così da curare la gestione della fase conclusiva della procedura elettiva”.
Il presidente Muttillo, informato dell’esito, si è detto soddisfatto in particolare della celerità con cui si è ottenuto l’esame della questione da parte del massimo organo della giustizia amministrativa e della confermata legittimità della convocazione dell’assemblea effettuata dal Consiglio uscente.
Poiché la Commissione straordinaria non si è limitata (come avrebbe dovuto nel rispetto del decreto del presidente Frattini) a insediarsi per gli affari correnti e ad attendere, per il resto, l’esito dell’udienza del 31 maggio, ma ha adottato una seconda convocazione dell’assemblea, che si sovrappone a quella già in precedenza validamente assunta, lo Studio Fantigrossi procederà a contestare in sede giudiziale questa decisione e nel contempo a richiederne l’immediata revoca alla stessa Commissione, segnalando il tutto al ministro della Salute e allo stesso Consiglio di Stato.
Fonte: www.quotidianosanita.it
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