Olio extra vergine d’oliva, ottimo alleato contro il Diabete

Se la dieta mediterranea è stata dichiarata patrimonio Unesco, il suo ingrediente cardine, l’olio extravergine d’oliva, è l’oscar della tavola, utile per rafforzare le ossa, abbassare il colesterolo, prevenire cancro, problemi di cuore e migliorare la memoria, solo per citare alcuni tra i sui numerosi benefici.

L’olio extra vergine d’oliva (EVO) è un alimento adeguato anche contro il diabete: nuova soddisfazione per l’oro verde italiano!

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Proprio nei giorni in cui si trova al centro di un importante provvedimento sancito dal Parlamento Europeo, che ha dato il via libera a un boom di importazioni dalla Tunisia, arrivano nuovi importanti dati ad avvalorare i suoi già ben noti benefici.

A stabilirlo è uno studio tutto italiano dei ricercatori della Società italiana di diabetologia (Sid) pubblicato su ‘Diabetes Care’, la rivista dei diabetologi americani. La ricerca è stata condotta da Giovanni Annuzzi e Lutgarda Bozzetto del gruppo di Gabriele Riccardi, Società Italiana di Diabetologia (SID) e da Angela Rivellese dell’Università di Napoli ‘Federico II’.
Dalla ricerca emerge che aggiungere olio d’oliva agli alimenti riduce l’indice glicemico dei pasti, ovvero le impennate post-prandiali della glicemia, nelle persone con diabete di tipo 1 contribuendo a proteggere dalle complicanze cardiovascolari e microvascolari del diabete.

I diabetologi hanno condotto studi su 13 pazienti con diabete di tipo 1 (8 donne e 5 uomini), tutti in trattamento con una pompa da insulina e sottoposti a monitoraggio continuo della glicemia con un sensore portatile (Cgm) la novità rilevante dello studio della Società Italiana di Diabetologia è stata che, nell’ambito dei pasti ad alto indice glicemico, l’aggiunta di olio d’oliva extravergine attenuava il picco di glicemia post-prandiale osservato sia con il pasto con burro che con quello a basso contenuto di grassi.

Le attuali linee guida per il trattamento del diabete di tipo 1 raccomandano di calcolare le unità di insulina da somministrare ai pasti principali, basandosi sul contenuto di carboidrati degli alimenti che verranno consumati (la cosiddetta ‘conta dei carboidrati’), non sempre si rivela efficace nel controllare in maniera ottimale la glicemia.

Tuttavia ad influenzare l’assorbimento dei carboidrati contribuiscono anche gli altri macronutrienti che entrano a far parte di un pasto, in particolare proteine e grassi. E’ sempre più evidente il ruolo che i grassi della dieta svolgono nell’influenzare i livelli di glicemia dopo un pasto.
I risultati di questo studio sono stati ottenuti in pazienti diabetici in trattamento insulinico. Ciò nonostante, è plausibile che analoghi benefici possano ottenersi anche in coloro che sono in trattamento con altri farmaci o addirittura con sola dieta, dal momento che la presenza di picchi elevati di glicemia dopo i pasti rappresenta una caratteristica generale della malattia diabetica, non facilmente controllabile con la terapia.

Tutto merito dei polifenoli, sostanze antiossidanti che conferiscono all’olio di oliva la sua inconfondibile colorazione e il suo profumo intenso. Sono loro a rallentare l’assorbimento dei carboidrati nell’intestino e di conseguenza ad abbassare la glicemia dopo il pasto. Alleati della salute a 360 gradi e contenuti in alimenti come tè, caffè, vino rosso, succo di melagrana, mela, frutti rossi, broccoli, carciofi, cioccolato amaro, i polifenoli proteggono le pareti delle arterie dall’ossidazione, prevenendo l’invecchiamento cellulare.

Ci sono dunque buone ragioni per preferire l’olio extra vergine d’oliva nella dieta delle persone con diabete…possibilmente ITALIANO!!

Ida Baiano

Redazione Nurse Times

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