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Obbligo del defibrillatore semiautomatico per le società sportive

Dal 20 gennaio 2016 tutte le società sportive, anche dilettantistiche, dovranno disporre di un defibrillatore semiautomatico (DAE o AED) e di personale adeguatamente formato durante le partite e gli allenamenti (Decreto Balduzzi).

Ancora troppa la cronaca nera sul tema!

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Ventenne morì giocando a calcio: “Il defibrillatore? Non c’è obbligo“. Questo il titolo di un articolo pubblicato su “Il Giorno” il 7 dicembre 2015 quando un ragazzo di soli 20 anni si è accasciato al suolo in un campo di calcio. Il ragazzo è morto dopo poche ore nonostante l’ambulanza fosse arrivata tempestivamente. Dalla autopsia si è chiarita la causa della morte, una fibrillazione ventricolare che probabilmente si sarebbe potuta risolvere con l’uso di un defibrillatore. Questo uno dei tanti casi che si presentano sempre più spesso nelle pagine di cronaca e che ci lasciano con l’amarezza perché qualcosa si può e si deve fare.

La prontezza di chi ha capito la gravità della situazione e il defibrillatore gli hanno salvato la vita”. Queste, invece, le parole che si leggono su “Milano Repubblica” dopo il tragico incidente del 20 settembre 2015 accaduto ad Alessandro Pagani in un campo sportivo di basket quando il giocatore si è improvvisamente accasciato al suolo e si è salvato solo grazie all’aiuto di chi prontamente gli ha praticato manovre di rianimazione cardiopolmonare e defibrillazione precoce.

Casi come questi che  accadono nei campi sportivi ma anche nelle palestre. Emblematico il caso avvenuto a Pontelungo il 5 ottobre scorso,  descritto sul giornale “Ancona Today” dove si legge: “Pontelungo, infarto dopo l’attività fisica: salvato col defibrillatore della palestra”. Un 63enne ha accusato un malore dopo aver eseguito attività fisica e si è accasciato a terra privo di coscienza. E’ stato prontamente soccorso da un personal trainer ben addestrato all’esecuzione delle manovre di rianimazione cardiopolmonare che gli ha anche posizionato le placche del defibrillatore del centro sportivo.

Ciò ha permesso la defibrillazione precoce da parte dell’equipe sanitaria giunta sul posto dopo solo 4 minuti. Sull’articolo si legge ancora “…..Omissis ….alla fine la macchina dei soccorsi ha funzionato, salvando la vita al 63enne. Questo anche grazie alla presenza di un defibrillatore ad uso della palestra e alla norme che impongono il corso di primo soccorso ad almeno un dipendente per ogni reparto della strutture sportive. In questo modo c’è sempre qualcuno pronto a prestare un primissimo soccorso, in attesa delle competenze specifiche del personale della ambulanze”.

L’uso del defibrillatore è stato appannaggio solo del personale medico fino al 3 aprile 2001 quando con la legge  n. 120  pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 88 del 14 aprile 2001 ha chiaramente disciplinato l’”Utilizzo dei defibrillatori semiautomatici in ambiente extraospedaliero”. All’articolo 1 infatti il legislatore consente per la prima volta l’utilizzo di defibrillatori in ambiente extraospedaliero sia per personale sanitario del 118 che per personale laico.

“È consentito l’uso del defibrillatore semiautomatico in sede extraospedaliera anche al personale sanitario non medico, nonché al personale non sanitario che abbia ricevuto una formazione specifica nelle attività di rianimazione cardio-polmonare”.

Per la prima volta nella storia italiana la legge consente a personale non medico e non sanitario ma adeguatamente formato di utilizzare un presidio salvavita.

Nel 2005 dopo soli quattro anni il Decreto Legge n. 273 del 30 dicembre 2005 stabilisce l’aggiunta, alla legge citata, di un comma in cui si autorizzano “organizzazioni medico-scientifiche senza scopo di lucro nonché dagli enti operanti nel settore dell’emergenza sanitaria che abbiano un rilievo nazionale e che dispongano di una rete di formazione” a formare il laici e sanitari per l’uso del defibrillatore.

Nel 2012 il legislatore fa un altro passo in avanti con il  DECRETO-LEGGE 13 settembre 2012, n. 158  nel quale all’articolo 7 comma 11 troviamo scritto:

Al fine di salvaguardare la salute dei cittadini che praticano un’attività sportiva non agonistica o amatoriale il Ministro della salute, con proprio decreto, adottato di concerto con il Ministro delegato al turismo e allo sport, dispone garanzie sanitarie mediante l’obbligo di idonea certificazione medica, nonché linee guida per l’effettuazione di controlli sanitari sui praticanti e per la dotazione e l’impiego, da parte di società sportive sia professionistiche che dilettantistiche, di defibrillatori semiautomatici e di eventuali altri dispositivi salvavita”.

In questo decreto legge è implicita l’adozione del successivo decreto: il decreto Balduzzi che  “Disciplina della certificazione dell’attività sportiva non agonistica e amatoriale e le linee guida sulla dotazione e l’utilizzo di defibrillatori semiautomatici e di eventuali altri salvavita”. Con questo decreto  le società sportive, sia dilettantistiche sia professionistiche, hanno l’obbligo di dotarsi di defibrillatori entro tempi stabiliti ovvero 6 mesi dall’entrata in vigore del decreto per le società sportive professionistiche e 30 mesi per le società sportive dilettantistiche.

Sono per il momento escluse dell’obbligo di legge attività sportive a ridotto impegno cardiocircolatorio, come bocce, biliardo, golf, pesca sportiva di superficie, caccia sportiva, sport di tiro, giochi da tavolo e simili.

Da gennaio 2016 quindi ogni centro sportivo avrà al suo interno un defibrillatore e personale adeguatamente formato al suo utilizzo. Finalmente si potrà fare sport in assoluta sicurezza, certi che qualcosa è stato fatto. Il legislatore ha liberalizzato l’uso del defibrillatore in quanto nonostante sia uno strumento molto sofisticato è anche molto semplice da utilizzare, è autonamamente capace di diagnosticare un ritmo defibrillabile e consigliare la scarica. È uno strumento capace di interfacciarsi in maniera elementare con l’utente mediante l’esposizione di comandi semplici e chiari che non lasciano spazio ad iniziative personali o professionali. La defibrillazione precoce inoltre è l’unica terapia utile in caso di morte cardiaca improvvisa, e per essere davvero utile deve essere praticata entro i primi 5 minuti dall’evento.

Queste novità sono molto importanti per noi infermieri, professionisti con l’obbligo deontologico di tutelare la salute mediante attività di prevenzione e cura. La formazione di laici, la presenza di uno strumento salvavita in luoghi comuni, accessibili, con alto rischio di incidenti cardiocircolatori agevolano il nostro lavoro, ci consentono di dare un soccorso efficiente ed efficace anche quando nonostante il nostro impegno non riusciamo ad arrivare sul posto nei primissimi minuti. La comunità può essere un ottimo supporto alla salvaguardia della vita umana al nostro lavoro e al nostro dovere; per cui progettare, svolgere e o partecipare ad attività di formazione secondo le modalità definite dalla legge affinchè più gente possibile sia coinvolta attivamente nel processo di soccorso e faccia sue le competenze per l’utilizzo del defibrillatore.

Noi infermieri, professionisti della salute, abbiamo coscienza di quanto sia importante il fattore tempo nell’emergenza e a maggior ragione in caso di arresto cardiaco. Gli studi statistici, infatti, ci insegnano che ogni anno solo in Italia ci sono circa 60000 casi di arresto con una percentuale di sopravvivenza del 2-5% in ambiente extraospedaliero. Ogni minuto è prezioso perché ogni minuto cala del 10% la probabilità di successo ovvero di ripresa del paziente.

SCALZO Maria

In allegato:

LEGGE BALDUZZI

BIBLIOGRAFIA e SITOGRAFIA:

  • Gazzetta Ufficiale del 20 Luglio 2013: “Disciplina della certificazione dell’attività sportiva non agonistica e amatoriale e linee guida sulla dotazione e l’utilizzo di defibrillatori semiautomatici e di eventuali altri salvavita”
  • milano.repubblica.it/cronaca
  • www.ilgiorno.it/milano
  • www.anconatoday.it
  • Linee Guida IRC 2010
  • Codice deontologico dell’infermiere – articolo 6
  • Codice deontologico dell’infermiere – articolo 11
Redazione Nurse Times

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