Infermieri

Nursing Up sulle modifiche Aran al Ccnl: “Grave lesione del diritto sindacale”

Il presidente De Palma: “In assenza di convocazione, valuteremo la possibilità di impugnare il contratto e denunciare l’accaduto all’autorità giudiziaria”.

«Abbiamo chiesto all’Aran se è vero che stanno modificando il Ccnl comparto sanità 2016-2018 senza di noi e ci è stato risposto così: “L’Agenzia sta svolgendo una doverosa attività di verifica del testo dell’ipotesi di Ccnl, al fine di eliminare refusi e incongruenze, nonché elementi di possibile ambiguità interpretativa”. Una conferma che aumenta ancora di più la nostra preoccupazione: la pre-intesa sarebbe stata oggetto di unilaterale modificazione da parte dell’Aran in ben 34 articoli, quindi senza alcuna preventiva convocazione, discussione e confronto con tutte le parti aventi titolo, così come previsto dalle prescrizioni della normativa in materia, la cui ratio ha radici nei diritti di libertà sanciti dalla Costituzione. Per tale ragione, in assenza di convocazione, saremo costretti a valutare la possibilità di impugnare il Ccnl e a denunciare l’accaduto all’autorità giudiziaria».

Lo rende noto Antonio De Palma, presidente del sindacato degli infermieri Nursing Up, che nei giorni scorsi aveva diffidato l’Aran (Agenzia rappresentanza negoziale pubbliche amministrazioni) dal modificare il Ccnl unilateralmente. L’attività di revisione del Ccnl da parte dell’Aran, laddove fosse realizzata nei termini riportati dagli organi di stampa, si traduce in inammissibili modifiche sostanziali delle intese raggiunte, modifiche che incidono sulle posizioni giuridiche e talvolta economiche dei lavoratori del comparto sanità. Si tratta, dunque, di modifiche imposte di autorità, senza confronto tra le parti, ignorando ogni principio di diritto e finendo per svuotare la fiducia nelle istituzioni e il rispetto delle regole, per una soluzione effettivamente concordata.

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«Non è mai accaduto che, a fronte di una pre-intesa di Ccnl, ci siano da cambiare o da correggere più di 30 articoli per la chiusura definitiva

– spiega il giurista Luca Benci, esperto di diritto delle professioni sanitarie, interpellato da Nursing Up –. C’è stato un livello di pressapochismo e negligenza mai riscontrati in passato, almeno a mia memoria. L’impressione è che Aran e sindacati confederali avessero una gran fretta e volessero chiudere per motivi elettorali, mentre ora si ritrovano a fare i conti con un contratto raffazzonato».

In merito alle correzioni apportate al Ccnl sottoscritto da Cgil, Cisl e Uil lo scorso 23 febbraio, alla presenza della ministra della Funzione pubblica, Marianna Madia, l’avvocato aggiunge: «Tutta la contrattazione su queste modifiche al Ccnl comparto sanità è stata portata avanti in maniera unilaterale da Cgil, Cisl e Uil, senza interpellare i sindacati di categoria non firmatari del pre-accordo, che invece hanno diritto a esprimere il loro parere in merito. Se ben 34 articoli sono da cambiare, è chiaro che un terzo del testo deve essere rivisto solo a patto che si riapra il tavolo. Inoltre queste modifiche, rese pubbliche da Cgil, Cisl e Uil, anche se ne toccano alcuni aspetti, non migliorano l’impianto complessivo di questo contratto, che rimane regressivo delle condizioni di lavoro degli infermieri e, in generale, di tutta la categoria sanitaria».

Tutto ciò avviene, peraltro, in un momento storico sociale di grande aspettativa, dopo nove anni di attesa per il rinnovo contrattuale. Proprio per protestare contro questo rinnovo deludente e al ribasso, Nursing Up sta portando avanti la mobilitazione della categoria infermieristica con assemblee e incontri nelle aziende sanitarie e negli ospedali su tutto il territorio nazionale, e ha proclamato 48 ore di sciopero il 12 e 13 aprile prossimi.

Redazione Nurse Times

 

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